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Alberto Cametti, archivista
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Alberto Cametti, archivista

Categorie: Cultura e creatività -Archeologia e Patrimonio

Le carte dell’Archivio Storico Diplomatico ci fanno scoprire l’affascinante figura di Alberto Cametti, musicista e storico della musica ma anche per molti anni archivista presso il Ministero degli Affari Esteri.

1 Ritratto di Cametti ℗ Accademia Nazionale di Santa Cecilia Bibliomediateca Roma – Portrait of Cametti

Per la rubrica Le Carte e la memoria ci occupiamo di un personaggio il cui nome sarà di certo sconosciuto ai più, ma dirà invece qualcosa agli appassionati di musica: Alberto Cametti. Musicista e storico della musica, nato il 5 maggio 1871, Cametti è noto soprattutto per le sue ricerche sull’opera di Giovanni Pierluigi da Palestrina, cui dedicò numerosi studi. Diplomatosi presso l’Accademia di Santa Cecilia come maestro compositore nel 1895, fu direttore d’orchestra e apprezzato solista di organo e pianoforte.

A Cametti è dedicata una voce del Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), che tuttavia non fa alcun cenno all’altra sua carriera, quella presso il Ministero degli Affari Esteri. Eppure, Cametti lavorò per gran parte della sua vita presso l’Archivio Storico del MAE, lavoro che condusse sempre con rara dedizione parallelamente alla sua attività di musicista e storico della musica. Attività, quest’ultima, che doveva di certo impegnare moltissimo del suo tempo, se si considera che ricoprì numerosi incarichi presso l’Accademia di Santa Cecilia, che fu membro della Commissione Romana di Musica sacra a partire dal 1906, ed inoltre maestro di cappella in varie chiese romane, fra cui S. Luigi de’ Francesi, e per diversi anni bibliotecario presso l’Accademia filarmonica romana.

Dai Bollettini e dall’Archivio del Personale MAE sappiamo che iniziò a lavorare al Ministero nel 1889 come scrivano straordinario a giornata (con uno stipendio di 3 Lire al giorno), per poi entrare nel ruolo degli Ufficiali d’ordine di III classe il 16 maggio 1893. Il 1 ottobre 1906 approdò come archivista di III classe all’Archivio Storico, dove dal settembre 1910 svolse mansioni direttive.

Quando, nel primo dopoguerra, l’amministrazione del MAE fu riorganizzata, l’Archivio Storico fu posto alle dipendenze della Direzione Generale Affari Generali. Il posto di direttore dell’Archivio rimase vacante per un certo tempo, ma sappiamo da una relazione del Direttore Generale al Ministro che l’archivista Alberto Cametti, in mancanza di un capo ufficio, svolgeva con zelo e diligenza le sue mansioni. Nel 1923 gli fu affidata la custodia temporanea della Biblioteca del Ministero, nella sua sede di Palazzo della Consulta e Palazzo Caffarelli. In occasione del trasferimento di fondi dell’Archivio Storico dal palazzo della Consulta ai nuovi locali di via della Mercede, fra il 1932 e il 1933, diresse i lavori di revisione e archiviazione di circa 6000 buste e 1500 registri. La sua lunga permanenza presso l’Archivio Storico gli assicurò una conoscenza profonda degli atti e della documentazione prodotti dai vari uffici del Ministero.

Fra le carte dell’Archivio Storico Diplomatico si trova anche qualche sporadica traccia della sua attività di musicista. Dal 1919 al 1920 realizzò una tournée negli Stati Uniti e in Canada con il Quartetto vocale romano della cappella Sistina, e per tale ragione chiese al Ministero tre mesi di aspettativa, per poi rientrare in servizio il 1 febbraio 1920. Parlando della tournée nella lettera di richiesta, scriveva: “realizzerei un guadagno netto di 10mila lire. È questa, oltre una soddisfazione morale, una vera fortuna per me e per la mia numerosa famiglia, dopo tutte le sofferenze e le privazioni cagionate dallo stato di guerra”. Aveva infatti avuto sette figli dalla moglie Rosina Trani, sposata nel 1894.

Alberto Cametti morì a Roma il 1 giugno 1935, a 64 anni. Lo studio della documentazione rinvenuta presso l’Archivio Storico Diplomatico della Farnesina, insieme alle carte del Fondo Cametti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ci restituisce una visione più completa della sua figura, apportando un ulteriore tassello alla nostra conoscenza della sua lunga e preziosa attività in ambito archivistico.

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