Il racconto della città: le sue necropoli, il suo territorio.
Ibida. Una città romana ai confini dell’impero
In Romania opera, con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la missione dell’Università di Sassari diretta dal prof. Alessandro Teatini che studia il sito romano di Ibida in base ad un accordo tra l’Università di Sassari e l’Istituto di Ricerche Eco-Museali (ICEM) di Tulcea. Alle attività di ricerca si aggiunge una Summer School per gli studenti di archeologia rumeni, italiani e di altre nazionalità.
Per la rubrica Parliamo di Archeologia, Alessandro Teatini ci aggiorna sulla ricerca in corso.
L’accordo di cooperazione tra l’Università di Sassari e l’Istituto di Ricerche Eco-Museali (ICEM) di Tulcea è finalizzato alla conduzione di ricerche storico-archeologiche, allo studio e alla valorizzazione della città romana di Ibida e del suo territorio. Il sito corrisponde al villaggio attuale di Slava Rusă, in Dobrugia (Contea di Tulcea), l’antica regione della Scythia Minor, divenuta provincia Scythia in seguito alla riorganizzazione dioclezianea. La città, la più vasta dell’intera Dobrugia, è fortificata da un’imponente cinta muraria della lunghezza di circa 2500 metri scandita da 24 torri, la cui cronologia è stata riferita al periodo di Costantino con rifacimenti nella prima età bizantina. Lo studio riguarda anche l’estesissima necropoli, dove tra le numerose sepolture è stata scoperta una monumentale tomba a camera coperta con volta a botte e con le pareti in origine affrescate, provvista di corridoio d’accesso.
Summer School
Le attività sono contestualmente il volano per sviluppare la cooperazione storico-archeologica ed interdisciplinare italo-romena, nell’ottica di inserire anche la missione archeologica italiana a Ibida tra gli impegni italiani in termini di diplomazia culturale nella regione balcanica. A tal fine viene organizzata annualmente dall’ICEM nei mesi di luglio e agosto la “Summer School of Archaeology”, funzionale allo svolgimento di attività di tirocinio da parte degli studenti di archeologia, non solo romeni e italiani ma anche di altre nazionalità (ucraini, moldavi, talora turchi); si tratta di un’esperienza estremamente formativa, un grande cantiere scuola di carattere internazionale finalizzato alla formazione degli studenti nelle attività precipue del lavoro degli archeologi e nell’analisi dei reperti e delle iscrizioni, senza trascurare un approccio più ampio allo studio dei monumenti antichi. Vengono infatti organizzate anche lezioni teoriche tenute dai docenti sia nella base archeologica prossima ai cantieri sia sui settori di scavo, oltre a gite di istruzione nei vicini siti archeologici del limes (il sistema di fortificazioni del confine dell’impero romano) basso-danubiano, con lo scopo non solo di conoscere in maniera capillare il contesto storico nel quale si opera, ma anche di vagliare diversi approcci all’organizzazione dei musei e delle aree archeologiche.
Rinvenimenti
Tra le varie aree di scavo attualmente aperte, quella lungo le mura settentrionali ha restituito evidenze di particolare interesse: immediatamente davanti alle mura, al di sotto del livello di frequentazione dell’età costantiniana, è stato messo in luce un importante edificio della prima fase di vita dell’abitato della media età imperiale. Si tratta di una vasta struttura costituita di tre lunghi ambienti rettangolari disposti parallelamente tra loro, il cui lato breve meridionale è servito quale imposta per un tratto del muro di cinta tardoantico. La sua distruzione, intervenuta per un incendio in una fase avanzata del II secolo d.C., ha sigillato parecchi reperti, tra i quali spicca per importanza un diploma militare in bronzo, frammentario ma in gran parte ricomponibile, il cui testo inscritto si riferisce ad un veterano congedato nell’anno 99 d.C., in concomitanza con l’attività di preparazione delle campagne daciche dell’imperatore Traiano, che avrebbero preso il via di lì a pochissimi anni.
All’équipe italiana, ovviamente con la costante collaborazione dei colleghi e degli studenti romeni, è stata affidata la gestione dello scavo dell’importante struttura di una basilica paleocristiana sorta all’esterno delle mura in area cimiteriale, a nord della città, a poca distanza dal circuito murario: questo rinvenimento davvero eccezionale era stato effettuato nel corso dei lavori per la realizzazione dell’ortofoto generale dell’intera città.
Bibliografia
Iacob, A. Ibba, D. Paraschiv, A. Teatini, “La città romana di (L)Ibida, in Scythia Minor. Le ricerche recenti e l’accordo di collaborazione tra l’Istituto di Ricerche Eco-Museali di Tulcea e l’Università di Sassari”, in “Atti del II Convegno Internazionale sulle Antiche Province Danubiane. Culti e religiosità nelle province danubiane”, Ferrara, 20-22 novembre 2013, a cura di L. Zerbini, Bologna, Casa editrice Emil di Odoya, 2015, pp. 559-573.