Nuove scoperte a Baghdad

Il Baghdad Urban Archaeological Project: lo scavo di Tel Muhammad a Baghdad

Era il Dicembre del 1850 quando Sir Austen Henry Layard accampandosi nei dintorni di Baghdad in attesa di dirigersi verso Nimrud per scavare i resti della capitale Neo-Assira raccolse alcuni oggetti nel sito di Tel Muhammad. Tra questi vi erano delle teste di mazza in lega di rame del diametro di pochi centimetri, oggi esposte al British Museum, con l’iscrizione in cuneiforme E.GAL ha-am-mu-ra-pi (‘il palazzo di Hammurabi’) che fanno riferimento allo straordinario sovrano babilonese della I Dinastia di Babilonia (1792-1750 a.C.).
Sulle orme di questa scoperta, negli anni ’80 una equipe di archeologi irachena dello State Board of Antiquities and Heritage (SBAH) intraprese una serie di campagne di scavo volte alla scoperta della città che fu conquistata e trasformata in un importante centro con un’ampia area sacra proprio durante l’Età Paleobabilonese come confermato dai numerosi testi in cuneiforme che fanno riferimento a Babilonia messi in luce in alcuni settori dell’abitato. Negli ultimi venti anni, i drammatici eventi bellici che hanno colpito l’Iraq hanno portato ad un rallentamento delle attività archeologiche nel sito di Tel Muhammad che oggi misura poco più di 5 ettari in estensione e si trova ormai nella periferia meridionale di una città in continua espansione qual è Baghdad, ma che durante la prima parte del II millennio a.C. doveva rappresentare uno dei principali centri lungo il fiume Tigri con una estensione di decine di ettari, come evidenziato dal studioso statunitense Robert McAdams nella sua ricognizione della regione.
Su queste basi, la missione archeologica dell’Università di Catania (Baghdad Urban Archaeological Project – BUAP) diretta dl Prof. Nicola Laneri (DISUM) in collaborazione con lo SBAH e con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha iniziato indagini preliminari e scavi archeologici volti a definire meglio lo sviluppo urbano dell’insediamento durante le due principali fasi di occupazione (i.e., il periodo di Isin e Larsa e l’Età Paleobabilonese, ca. 2000-1600 a.C.) del sito di Tel Muhammad. Durante questi scavi sono stati esposti ampi tratti della cinta muraria in mattoni crudi nel settore occidentale dove questa era segnata da un ampio corpo aggettante di circa 30 metri di lunghezza e di ca. 6 metri di larghezza edificata a gradoni che era contraffortata lungo il prospetto esterno e segnata da un ingresso dove, all’interno di un sondaggio, è stata messa in luce una canaletta con tubazioni in ceramica. I materiali messi in luce confermano una cronologia di Età Paleobabilonese e l’ipotesi di un rafforzamento militare lungo la sponda orientale del fiume Tigri forse proprio ad opera di Hammurabi durante le sue campagne belliche contro uno dei centri nemici, Eshnunna (moderna Tell Asmar), che fu conquistata dal sovrano babilonese nelle fasi finali del suo regno e che si trovava lungo il fiume Diyala (affluente del Tigri), circa 50 km a nord-est di Baghdad.
La missione è stata impreziosita dalla visita dell’Ambasciatore Maurizio Greganti e del direttore dello SBAH, Dr. Laith Hussein, durante la quale si è definita una possibile strategia per rendere fruibile le aree di scavo principali del sito di Tel Muhammad (i.e., l’area sacra che si erge sulla sommità del monticolo e il circuito di mura che lo cinge) attraverso un programma di restauro degli edifici in mattoni crudi e di creazione di coperture e pannelli esplicativi, in collaborazione con altri dipartimenti dell’Ateneo catanese e con enti di ricerca internazionale, che renderanno il sito un parco archeologico e un prezioso strumento per stimolare la conoscenza di una delle epoche più importanti della storia mondiale, i.e., l’Età Paleobabilonese, nel centro della capitale dell’Iraq.