Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie.

Preferenzecookies

Intestazione navigazione sito

Inaugurata in Turchia l'installazione di land-art "Terzo Paradiso"
Portale Della Lingua Italiana

Inaugurata in Turchia l’installazione di land-art “Terzo Paradiso”

Categorie: Cultura e creatività -Archeologia e Patrimonio

Un’opera simbolica per riconciliare gli opposti e gettare un seme di pace in un contesto ad alta fragilità sociale e politica.

Foto dell’installazione land-art Terzo Paradiso - Photo of the land-art installation Third Garden
Foto dell’installazione land-art Terzo Paradiso – Photo of the land-art installation Third Garden

Se pensare che le differenze possano innescare la pace sia un’utopia, il progetto ideato e portato a termine nell’antica capitale ittita di Karkemish (Turchia) suggerisce una profonda riflessione sul tema.

L’installazione del “Terzo Paradiso”, infatti, vuole rappresentare un simbolo di speranza, di unione, di trasformazione, di sintesi tra opposti, cioè aspetti naturali vs. artificiali. La denominazione dell’insediamento deriva dalla parola greca antica Paradeisos (παράδεισος), che a sua volta deriva da una parola persiana (pairidaeza) che denota i parchi dei re e dei nobili persiani.

L’opera, lunga 30 metri, costituita da due cerchi contigui agli estremi di un altro cerchio centrale, è stata progettata sul terreno dall’archeologo Nicolò Marchetti, professore ordinario di Archeologia del Vicino Oriente presso il Dipartimento di Storia e Culture dell’Università di Bologna, con la diretta collaborazione di Michelangelo Pistoletto, uno dei principali rappresentanti dell’Arte Povera. Nelle intenzioni dell’artista, il “Terzo Paradiso” rappresenta un

simbolo che pacifica gli opposti, sana le differenze, promuove nuovi modelli di partecipazione alla vita risolvendo conflitti, attivando pratiche responsabili che riappacificano e danno il diritto di appartenere al nostro pianeta garantendo pari dignità a tutte le specie che lo abitano.

L’opera è stata ufficialmente svelata l’8 aprile 2022 con una cerimonia di inaugurazione alla quale lo stesso Pistoletto è intervenuto a distanza. Per la realizzazione dell’impianto sono state utilizzate in “modo culturalmente rappresentativo” pietre antiche, estratte nel X secolo d.C., ma originarie dei livelli romano e ittita di Karkemish. All’interno dei cerchi della rappresentazione sono state inserite piante medicinali, come rosmarino e lavanda, alberi e arbusti della flora locale. Questo rappresenterebbe una sorta di “hortus conclusus” nelle parole dell’artista.

L’antica città di Karkemish, situata vicino alle odierne Karkamış e Jarablus, tra Turchia e Siria, sorge sulla sponda occidentale del fiume Eufrate, in un’area che fu tra le culle della civiltà, e conserva meraviglie archeologiche che testimoniano secoli di egemonia dell’impero ittita, neoassiro, neobabilonese e achemenide.

Dal 2011 l’Università di Bologna, insieme a quelle di Istanbul e Gaziantep, sotto la direzione del Professor Nicolò Marchetti e del suo vice Hasan Peker, conduce annualmente scavi a Karkemish, riportando alla luce i resti di uno dei più importanti aree archeologiche del mondo. La Missione archeologica Turco-Italiana a Karkemish è supportata anche dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Sanko Holding.

Poiché il Ministero degli Affari Esteri italiano consente l’utilizzo di parte del bilancio in modo “verde” (clausola verde), quando il comune metropolitano di Gaziantep, nella figura del sindaco Fatma Şahin ha chiesto al gruppo di Marchetti di realizzare un giardino vicino dell’area archeologica, con entusiasmo i fondi sono stati destinati alla realizzazione dell’installazione di land-art “Terzo Paradiso”.

La presenza di questa installazione in un territorio caratterizzato da fragilità socio-politica, a causa di eventi legati ai conflitti all’interno del confine siriano, intende sottolineare come le differenze culturali debbano rappresentare un tesoro inestimabile nella civiltà moderna, piuttosto che causa di tensioni e conflittualità.

Gallery

Per saperne di più...

Ti potrebbe interessare anche...

Naviga tra gli articoli