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La Missione italo-egiziana ad Aswan Ovest sotto l'egida del Ministero degli Affari Esteri
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La Missione italo-egiziana ad Aswan Ovest sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri

Categorie: Archeologia e Patrimonio

Prosegue la rubrica “Parliamo di Archeologia”.

Due mummie coperte da cartonnage, probabilmente madre e bambino, dalla tomba AGH026, EIMAWA 2019
Due mummie coperte da cartonnage, probabilmente madre e bambino, dalla tomba AGH026, EIMAWA 2019

Dal 2018 opera ad Aswan, al confine meridionale dell’Egitto, la Missione archeologica congiunta dell’Università degli Studi di Milano e del Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano (EIMAWA), diretta da Patrizia Piacentini per la parte italiana e da Abelmoneim Said per quella egiziana; vicedirettrice è Massimiliana Pozzi. La Missione ha ottenuto fin dal suo inizio il riconoscimento istituzionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è finanziata dallo stesso Ministero e dall’Università degli Studi di Milano, e svolge la propria attività in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia in Egitto.

Per la rubrica Parliamo di Archeologia, la Prof.ssa Piacentini e la Dott.ssa Pozzi ci aggiornano sulla ricerca in corso e le relative scoperte.

I risultati raggiunti sono rilevanti, e gli studi in corso sui dati raccolti ne aumenteranno la valenza. L’area indagata si estende per 25.000 mq sulla riva ovest del Nilo intorno al Mausoleo dell’Aga Khan, che domina il paesaggio. Circa 300 tombe vi sono state finora identificate e mappate. Tuttavia, vari indizi mostrano che molte altre sepolture sono presenti nella zona che complessivamente copre circa 100.000 mq. Si tratta della necropoli dove furono sepolte le persone vissute ad Aswan dal periodo tardo-faraonico a quello tolemaico-romano (VI sec. a.C.-III sec. d.C.), come suggerito dalle iscrizioni, dalle tipologie ceramiche e dagli oggetti rinvenuti, quali sarcofagi in pietra, parti di letti funerari, stele ed elementi decorativi. Le informazioni che si possono recuperare da una necropoli così ampia sono fondamentali per conoscere meglio la società in molti suoi aspetti. Nell’epoca oggetto di studio, la popolazione era notevolmente aumentata ed era molto eterogenea, a seguito di immigrazione e di varie dominazioni straniere che si erano succedute nel Paese. La storia degli abitanti e il ruolo cruciale di Aswan dal punto di vista economico e militare durante quel millennio erano in parte noti grazie a papiri e a scoperte archeologiche avvenute sia a Elefantina, l’isola di fronte ad Aswan, sia nella città stessa, ma era ignoto il luogo di sepoltura di queste persone: ed è proprio questo che è stato trovato dalla Missione Italo-Egiziana ad Aswan Ovest.

Nel 2019, la Missione italo-egiziana ha scoperto una tomba, completamente nascosta sotto la sabbia, che era stata usata nel corso di vari secoli. Visitata dai ladri nell’antichità, ospitava 40 mummie – alcune intatte, altre molto danneggiate e ridotte a sole ossa sparse che sono state ricomposte – e molti oggetti, tra cui molti cartonnages dipinti (una sorta di cartapesta in lino o papiro e gesso) che coprivano i corpi. All’interno della tomba, in una camera laterale, le mummie erano accompagnate da vasi che contenevano ancora pinoli, fatto assai raro in Egitto dal momento che il pino non era una pianta locale e i suoi semi erano sicuramente importati. Dei corpi deposti nella stanza principale, a cinque metri di profondità, una decina erano di bambini e una di un neonato. Appoggiata alla parete nord della stanza vi era una barella intatta in legno di palma e strisce di lino bitumate. È stato scoperto anche un letto funerario in legno, smontato, che presenta un testo intatto in geroglifico in cui si legge il nome del proprietario, Pamerih, che era “capo delle truppe di Syene”, la designazione greca di Assuan.

Nel 2020 EIMAWA ha continuato a lavorare nella necropoli, sebbene a ranghi ridotti a causa dell’emergenza sanitaria. In stretta collaborazione con le autorità locali, si è allora dato inizio a un ampio progetto di site-management, volto a migliorare la gestione e la conservazione del sito e a renderlo in futuro fruibile dal pubblico.

Nella primavera e nell’autunno 2021 i lavori sono ripresi a ritmo intenso, ricompensati dalla scoperta di una struttura di culto, con tracce significative di offerte animali e vegetali e di tavole per offerte, che ricopriva una tomba articolata in quattro gallerie sotterranee. All’ingresso, è stato scoperto un corpo mummificato con accanto una collana in lega di rame che portava inciso in greco il nome di un certo Nikostratos, a testimonianza della compresenza in questa necropoli di egiziani, greci, romani e, ancor prima, di persiani.

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