Il Premio è stato assegnato al Prof. Daniele Morandi Bonacossi.
Missione archeologica italiana riceve Premio Khaled al-Asaad
Il 26 novembre scorso, nell’ambito della 23° edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, è stato consegnato al Prof. Morandi Bonacossi il Premio “International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” per il 2020.
Il Premio è intitolato a Khaled al-Asaad, il Direttore del sito archeologico di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale ed è stato assegnato al Prof. Daniele Morandi Bonacossi, direttore della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per la scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dei dell’Antica Mesopotamia. La scoperta è avvenuta in Iraq presso il sito di Faida a 50 km da Mosul.
Si tratta di un premio istituito nel 2015 per dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche, tramite la segnalazione e la collaborazione di testate archeologiche internazionali come Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia) British Archaeology (Regno Unito). L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti al servizio del territorio.
La scoperta è frutto degli scavi condotti in Iraq dalla Missione “Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive PARTEN” dal 2012. L’area di scavo si estende per ben 3.000 kmq e dai 12 siti documentati nel 2012 si è passati agli attuali 1.300. Si tratta, in realtà, di due scoperte: la rete di canali e acquedotti che segna il passaggio dall’agricoltura dipendente dalle piogge alle colture da irrigazione, e dieci colossali rilievi in pietra che ritraggono sovrani e divinità dell’empireo assiro.
Sono stati portati alla luce dieci rilievi rupestri di quasi 5 m di larghezza e 2 di altezza e l’adiacente canale assiro, lungo 6,5 km. I rilievi risalgono all’VIII-VII secolo a.C e furono scolpiti lungo la parete a monte del canale tagliato nella roccia per irrigare la campagna circostante. Su ciascun rilievo è rappresentata la processione delle statue delle sette maggiori divinità del pantheon assiro, ciascuna posta sul proprio animale sacro rivolta verso sud, in direzione di Ninive. La processione viene aperta e chiusa dalla figura del sovrano. Su due rilievi è rappresentata una scena differente: due figure rappresentanti il re all’estremità nord e sud del pannello, affiancate da una colonna con capitello proto-eolico, a raffigurare un padiglione che incorniciava la scena. Tra le due figure di sovrani è rappresentata la processione delle divinità sui propri animali sacri in scala ridotta.
Le altre quattro scoperte archeologiche del 2019 candidate per la vittoria della 6a edizione del Premio, oltre a quella del Prof. Daniele Morandi Bonacossi, sono state: 1) Cambogia: la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen a nord-est di Angkor; 2) Israele: a Motza a 5 km a nord-ovest di Gerusalemme una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; 3) Italia: a Roma la Domus Aurea svela un nuovo tesoro, la Sala della Sfinge; 4) Italia: nell’antica città di Vulci una statua di origine etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C.