Al CEROF di Rio de Janeiro un’esperienza fondamentale per la diffusione della lingua e cultura italiana e per la continuità didattica nell’insegnamento dell’italiano.

Bilinguismo #5. La prima scuola pubblica bilingue e biculturale Italia-Brasile: storia di un cambio di paradigma
a cura di Annarita Guidi
Penso che la lingua italiana sia bella e interessante. Ha iniziato a far parte della mia giornata (Amanda Ribeiro Holanda, classe EMIBI 20021, CEROF)
È stato fantastico. Mi sono interessata sempre più alla lingua italiana. Studio in classe e anche fuori, tramite siti web, app. È stato anche molto produttivo e divertente (Rebeca da Rocha Walter, classe EMIBI 20021, CEROF)
“L’introduzione del biculturalismo nel sistema delle scuole pubbliche dello Stato di Rio de Janeiro è la misura di una sensibilità mutata nei confronti della cultura italiana, e di un interesse che non è più generico né strumentale. Non si tratta, infatti, di inserire solo una lingua in più nel curriculum – passo già significativo in sé, dato che di solito sono l’inglese e lo spagnolo a essere quasi unicamente presenti nei curricula scolastici – ma di introdurre un cambiamento di paradigma in un Paese che ha ricevuto un grande apporto al proprio sviluppo dall’immigrazione, e da quella italiana in particolare, specie nel sud del Paese, e che ha sperimentato nel tempo che l’arricchimento culturale deriva non certamente solo dall’assimilazione o sovrapposizione tra le culture quanto dal reciproco riconoscimento del valore intrinseco“.
Così la professoressa Patrizia Magnasco – dal 2018 Dirigente scolastica presso l’Ambasciata d’Italia a Brasilia, responsabile per il centro-nord del Brasile con estensione dell’incarico alle Circoscrizioni consolari di Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Recife – inizia il racconto di un’esperienza cruciale per la didattica bilingue e la promozione della lingua italiana.
Come docente di lingua e letteratura inglese, la prof.ssa Magnasco ha lavorato a progetti e in corsi plurilingui per anni, avviando sperimentazioni e corsi veicolari di contenuti scientifici e informatici. Come Dirigente scolastica e socio fondatore di un Istituto Tecnico Superiore per l’efficienza energetica in Sicilia, per un decennio ha diretto un polo di istituti tecnici coniugando l’interesse scientifico-tecnologico con la ricerca pedagogica sull’apprendimento delle lingue.
La prof.ssa Magnasco ha supportato il Consolato Generale d’Italia di Rio de Janeiro nella stesura di un Memorandum di intendimenti con la Segreteria di Stato per l’Istruzione (SEEDUC), per un progetto di introduzione della lingua e cultura italiana in una scuola statale nella capitale. “La forte determinazione del Console Generale Paolo Miraglia Del Giudice, l’apertura e la propensione della SEEDUC ad introdurre nell’offerta pedagogica curricolare statale un corso bilingue e biculturale in lingua italiana, e l’interesse della prestigiosa Università Federale di Rio de Janeiro a offrire supporto pedagogico-didattico ai docenti della scuola, in vista di una possibile continuità didattica tra scuola superiore e università, ha determinato le condizioni per redigere gli accordi tra le parti” spiega la prof.ssa Magnasco.
L’introduzione di un corso bilingue e biculturale in una scuola statale è importante anche perché l’esperienza del bilinguismo e biculturalismo non è diffusa, né generalizzata in Brasile. Le due uniche scuole paritarie italo-brasiliane sono la Fondazione Torino, con sede a Belo Horizonte, e la Montale a San Paolo. “Nate come scuole che si rivolgevano alla comunità italiana, si sono sempre più rivolte a un pubblico locale, attratto dall’eccellenza della proposta formativa. Oggi gli studenti brasiliani intraprendono, infatti, il percorso scolastico bilingue e biculturale offerto dalle nostre scuole paritarie, non solo per ottenere un titolo di studio reciprocamente riconosciuto nei due Paesi, ma anche per aderire a una proposta educativa e interdisciplinare sinonimo di elevata qualità e di interscambio culturale” afferma la prof.ssa Magnasco.
“Nel Piano Paese 2019-2020 per la promozione della lingua italiana, elaborato dall’Ambasciata d’Italia in Brasile, la continuità didattica nell’insegnamento dell’italiano figurava tra gli obiettivi strategici da perseguire al fine di promuovere lo sviluppo e il potenziamento della diffusione della nostra cultura in Brasile. Questo proprio perché, se si esclude la realtà del sud del Paese, l’italiano è presente in maniera occasionale nelle scuole e in poche università e comunque non in tutti i segmenti scolastici. Così nello Stato di Rio de Janeiro, nel 2020, si sono attivate le sinergie che hanno portato all’istituzione di una sezione bilingue-biculturale (portoghese-italiano) nel Colégio Estatual Rodrigo Otavio Filho (CEROF) con sede a Rio de Janeiro, scuola gestita dallo Stato attraverso la Segreteria di stato per l’Istruzione (SEEDUC). Si tratta di una Scuola Superiore regolare, a tempo pieno, nell’asse dei Linguaggi, dei Codici e delle Tecnologie, con insegnamento interculturale di Italiano e con indirizzo in Arte e Cultura. L’esperienza, in corso da due anni, sperabilmente verrà estesa ad altre scuole pubbliche al fine di introdurre gradualmente l’italiano nel curricolo delle scuole statali e di garantire l’auspicata continuità nell’insegnamento della nostra lingua dalla scuola primaria e secondaria sino all’università” continua la prof.ssa Magnasco.
“Con l’introduzione dell’insegnamento della lingua italiana nel sistema delle scuole pubbliche, anche nei gradi iniziali, in un Paese in cui la maggior parte dei corsi di italiano sono gestiti da privati, e quelli nelle scuole pubbliche si concentrano quasi esclusivamente negli stati del sud (come Santa Catarina, Paranà, Rio Grande del Sud, San Paolo), si è inteso attivare nello Stato di Rio de Janeiro un circolo virtuoso che determini in continuità, nei vari ordini e gradi di istruzione, una crescita del numero di studenti di lingua e cultura italiana, una maggiore attrattività dei corsi di Laurea con abilitazione all’insegnamento in italiano/portoghese, e una conseguente crescita della domanda e offerta di docenti qualificati di italiano sul mercato locale, la cui carenza costituisce da sempre una delle più serie criticità in Brasile”, aggiunge.
Come è stato sviluppato il progetto bilingue e biculturale nello stato di Rio de Janeiro? “Nella Scuola Statale CEROF – scelta per avviare il progetto pilota – inizialmente, nel 2020, è stata avviata una sezione bilingue grazie al contributo del MAECI. Dato il successo dell’iniziativa e il numero di iscrizioni, a partire dal 2021, la Segreteria per l’Educazione dello stato di Rio de Janeiro (SEEDUC) si è impegnata a sostenere per gli anni a venire il Programma biculturale della scuola, non solo assumendosi i costi generali di gestione di propria competenza, ma mettendo a disposizione anche i docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano, selezionati tramite concorso pubblico. Il programma didattico della prima Scuola statale bilingue e biculturale Italia-Brasile nello stato di Rio potrà dunque proseguire in totale autonomia, prevedendo che la prima sezione già attiva copra tutte e tre le classi di scuola superiore e che altre sezioni possano aggiungersi man mano che il numero delle iscrizioni aumenta. L’allora Segretario statale dell’Educazione Comte Bittencourt aveva dato al Console Generale Paolo Miraglia del Giudice la sua disponibilità a individuare altre scuole statali dove, in futuro, si potrebbe attivare il medesimo curriculum biculturale, e aveva manifestato interesse da parte del Governo statale per l’ulteriore sviluppo della collaborazione con le istituzioni italiane nel settore della promozione dell’italiano“. Il Memorandum di intendimenti firmato lo scorso 4 novembre al Consolato Generale (alla presenza del nuovo Segretario statale dell’Educazione, Alexandre Valle, e della Rettrice della Università Federale di Rio, Denise Pires de Carvalho) va proprio in questa direzione, incentrandosi sulla realizzazione di ulteriori scuole superiori basate sul modello bilingue e biculturale.
Come è articolato il progetto psicopedagogico? “L’accento è posto sulla cultura associata alla seconda lingua. Questa strategia mira a fornire a tutti gli studenti l’opportunità di usare la seconda lingua e di familiarizzare con un’altra cultura, fornendo esperienze differenziate di apprendimento nella seconda lingua. La proposta curricolare mira, con azioni pedagogiche formali e non formali, a contribuire all’apprendimento della lingua italiana, concretizzandosi nella matrice curricolare attraverso un nucleo di materie comuni, chiamato Nucleo Articolatore (lingua, arte e cultura italiana) e un Nucleo Linguistico (laboratori linguistici e scambio virtuale), oltre al Progetto Vita e Cultura che mira appunto a vivere e sperimentare la cultura italiana in modo personalizzato. Essere bilingui non comporta automaticamente essere biculturali, ossia vivere due culture – conclude la prof.ssa Magnasco – Si può infatti essere bilingui, usando un’altra lingua a livello strumentale, ma per essere biculturali è necessario, nei limiti in cui è possibile, creare un rapporto continuo e profondo, non asimmetrico, con chi è portatore dell’altra cultura. Acquisire una lingua può essere un compito cognitivo, ma saperla utilizzare in modo culturalmente efficace è anche un processo affettivo. Il progetto Vita e Cultura, che occupa parte del curriculum, affiancando le discipline e i laboratori, si propone di accompagnare appunto questo processo. E la collaborazione tra la SEEDUC, il Consolato Generale d’Italia e l’Università Federale di Rio de Janeiro punta proprio a creare occasioni di esperienze e confronto continuo tra gli studenti delle Scuole Statali di Rio de Janeiro con la lingua, l’arte e la cultura italiana“.