La regista dello spettacolo dedicato a Grazia Deledda racconta il progetto
Mettere in scena “Quasi Grazia”. Intervista con Veronica Cruciani
a cura di Laura Pugno
La Farnesina ricorda Grazia Deledda (Nuoro, 1871 – Roma, 1936) unica scrittrice italiana ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1926, mettendo a disposizione della rete degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo, e su italiana, un estratto (con sottotitoli in inglese, francese, tedesco e cinese) dello spettacolo “Quasi Grazia”, dalla pièce teatrale di Marcello Fois per la regia di Veronica Cruciani, con Michela Murgia nel ruolo della protagonista, prodotto dal Teatro di Sardegna.
Veronica Cruciani ci racconta la genesi e lo sviluppo del progetto.
Come è nata la decisione di portare in scena Grazia Deledda e come si inserisce questo progetto nella sua storia artistica?
Come regista mi interessava il valore politico della vicenda privata di Grazia Deledda e per questo le scelte di regia in questo spettacolo, pur partendo dai tre momenti intimi della vita di Deledda raccontati da Marcello Fois, arrivano poi a indagare sia il rapporto tra donne e letteratura che la questione femminile contemporanea. Nessuno dei traguardi di parità di cui oggi godiamo sarebbe pensabile senza il coraggio di donne che, pur non facendo esplicitamente attività politica, con le proprie scelte di vita hanno saputo aprire strade di indipendenza per se stesse e per quelle che sarebbero venute.
Quali sono state le principali sfide di questo progetto?
Abbiamo affiancato alla drammaturgia di Marcello Fois una scrittura scenica parallela che ci permettesse di indagare i diversi piani del rapporto tra realtà e atto creativo, tra biografia e arte. Per questo in più momenti dello spettacolo vengono evocati in modo visionario anche i personaggi di alcuni racconti di Deledda, tirando in campo tutto il suo immaginario onirico e portando una ventata di magia e di letteratura viva sulla scena.
Com’è stata la collaborazione artistica con Michela Murgia, interprete della scrittrice?
La presenza di Michela Murgia, per la prima volta in scena, è stata una scelta non casuale; sarda, scrittrice e attivista per i diritti delle donne, era ideale per generare un effetto doppelgänger, in cui la sua figura di donna contemporanea e quella della ragazza sarda del ‘900 si richiamassero continuamente come in un controcanto. E’ una mia consuetudine durante le prove dello spettacolo condividere apertamente il processo creativo, questo metodo di lavoro ottiene come obiettivo un coinvolgimento di tutti gli attori che va ben oltre le singole parti da recitare.
Che cosa ha da raccontare, oggi, in modo particolare, la figura di Grazia Deledda, unica scrittrice italiana a ad aver vinto in Premio Nobel, al pubblico in Italia e soprattutto all’estero?
Quando Grazia Deledda, nemmeno trentenne, nel 1900 lascia la Sardegna per inseguire il desiderio di diventare una scrittrice, il suo sogno d’arte e autonomia le chiederà un sacrificio che a nessun uomo sarebbe stato chiesto: lo strappo dalla propria terra e dalla propria famiglia. La donna ancora oggi in ogni ambito lavorativo e artistico deve sempre dimostrare qualcosa in più rispetto all’uomo. Per raggiungere un obiettivo deve metterci il doppio degli sforzi e impiegare il triplo del tempo. Se vogliamo uscire da certi ruoli come quello di “moglie” e “madre” paghiamo sempre a caro prezzo la nostra libertà.
Veronica Cruciani è regista e attrice, diplomata alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Nel 2004 fonda la Compagnia Veronica Cruciani, nel 2008 vince il Premio della Critica e nel 2012 il Premio Hystrio-Anct. Tra gli ultimi impegni sul palcoscenico: nel 2017 firma la regia de “La Bottega del caffè” di R.W. Fassbinder prodotta dallo Stabile del Friuli Venezia Giulia e debutta con “Accabadora” di Carlotta Corradi – con Monica Piseddu e poi con Anna della Rosa – tratto dal romanzo di Michela Murgia. Nel 2017 firma la regia di “Quasi Grazia”, testo di Marcello Fois prodotto da Sardegna Teatro con in scena Michela Murgia nella parte di Grazia Deledda. Nel 2021 al Festival di Todi debutta con lo spettacolo La Febbre di Wallace Shawn con Federica Fracassi.
Ha insegnato recitazione e regia alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, Teatro di Roma – Teatro nazionale. Al cinema, tra le altre cose è tra i protagonisti di “Viva la sposa” (2015), di Ascanio Celestini, presentato al festival di Venezia, e nel cast di “Pecora Nera” (2010) di Ascanio Celestini. Dal 2013 al 2019 è stata direttrice artistica del Teatro Biblioteca Quarticciolo del Comune di Roma.