I protagonisti del collettivo raccontano il progetto “IGRA”.
Intervista alla compagnia Kor’sia, vincitrice del bando “Vivo d’Arte” 2021
Kor’sia è un collettivo, con base in Spagna, formato da Antonio de Rosa, Mattia Russo e Giuseppe Dagostino. Il progetto nasce con l’intento di usare il corpo per trascendere la comunicazione verbale. Le loro creazioni visionarie incorporano cinema, fotografia, letteratura e scultura, invitando il pubblico a immergersi in vere e proprie esperienze. Con la pièce coreutica “IGRA”, il collettivo ha vinto la terza edizione del bando “Vivo d’Arte 2021” promosso dal Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale in collaborazione la Fondazione Romaeuropa e dedicato ai giovani artisti italiani, al di sotto dei 36 anni di età, residenti stabilmente all’estero da almeno un anno.
Com’è nato il progetto con cui avete vinto il bando “Vivo D’Arte” e di cosa parla?
Frugare, guardare, rivedere e analizzare il passato della danza per riportarlo nel presente, è questa l’origine del progetto. “IGRA” è una performance coreutica ambientata in un campo da tennis, pensata come scrittura coreografica in dialogo col presente e passato. Nel progetto evochiamo una delle opere meno conosciute di Vaclav Fomič Nižinskij, creata per i Ballets Russes, ma non si tratta di una ri-produzione o di un ri-adattamento del Balletto del 1913, bensì di una riflessione sul momento e contesto storico vissuto dall’autore. Ci avviciniamo a Nižinskij e a sua sorella Nižinskaja con la sensibilità del nostro tempo, contrastando le imposizioni che gli artisti vivevano all’epoca.
Come di consueto nel nostro lavoro, il potere visivo gioca un ruolo determinante. La pièce è ricca di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente. Vediamo l’intera rappresentazione attraverso un velo nero traslucido che crea un senso di distanza non fisica, ma temporale. Un effetto che ricorda le vecchie fotografie dell’inizio del secolo scorso. Sono presenti continui blackout che portano lo spettatore a interrogarsi sul concetto di umano e animale, maschile e femminile, costruendo così una struttura fotografica che coinvolge lo spettatore in un susseguirsi di immagini, suggestive e surreali.
La musica elettronica è vicina ai ritmi delle danze russe, l’inserimento di Chopin, compositore polacco sembra voler ricordare che, sebbene Nižinskij fosse nato a Kiev e sua sorella Nižinskaja a Minsk, la loro famiglia era polacca e non si consideravano russi.
Che cosa significa per una compagnia come Kor’sia vincere questo bando?
Siamo una compagnia in costante crescita, per noi è molto importante il sostegno del nostro Paese. Anche se viviamo in Spagna da molto tempo, amiamo costruire relazioni forti con le istituzioni e portare le nostre produzioni nei teatri italiani. L’obiettivo del progetto è riunire media e collaboratori al fine di realizzare un prodotto di qualità, sostenibile, di respiro internazionale, che coinvolge professionisti di molteplici discipline artistiche. Il premio “Vivo d’Arte 2021”, ci consente di rendere più solida la nostra proposta. Apprezziamo questo riconoscimento e crediamo che il Ministero degli Affari Esteri, insieme ad altri sostenitori spagnoli ed europei, dia maggiore visibilità al nostro percorso artistico.
Kor’sia è una compagnia di giovani italiani che vivono e lavorano, con successo, in Spagna. L’Europa della danza è unita? Come appare il mondo della danza italiana contemporanea dal vostro particolare osservatorio?
Sì, l’Europa della danza è unita e questo riconoscimento ne è un esempio. Attualmente in Italia e in Europa la danza, come arte contemporanea, si inserisce in strutture e progetti culturali in evoluzione. Per noi è facile individuare teatri, festival, bandi europei e spazi adeguati ed utilizzabili per la nostra pratica artistica. Riusciamo a calare le nostre esperienze di ricerca in una programmazione coerente e organica, avvicinando lo spettatore alla conoscenza del contemporaneo. Il mondo della danza contemporanea italiana è in costante evoluzione, osserviamo con molta attenzione questo processo e speriamo in un continuo miglioramento.