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Napoli dedica una strada a Elisa Chimenti
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Napoli dedica una strada a Elisa Chimenti

Categorie: Cultura e creatività -Archeologia e Patrimonio

Lo scorso 5 aprile si è svolta la cerimonia di intitolazione di una strada alla scrittrice ed etnologa nata a Napoli nel 1883.

Copertina. Conferenza presso l’Archivio di Stato di Napoli – Conference at the State Archives in Naples

Dal 5 aprile Napoli ha finalmente una strada dedicata a Elisa Chimenti. Nata a Napoli nel 1883 e morta a Tangeri nel 1969, Elisa Chimenti fu scrittrice, giornalista, antropologa, insegnante e fondatrice, nel 1914, di una scuola italiana a Tangeri.

La cerimonia di intitolazione è stata officiata da Laura Lieto, vicesindaco di Napoli, alla presenza di Camilla Cederna, docente di letteratura Italiana presso l’Università di Lille. Coordinatrice da vari anni di un gruppo di ricerca internazionale sulle opere e sulla vita della Chimenti, la professoressa Cederna ha tenuto due seminari sulla attività letteraria di questa illustre connazionale, presso l’Università L’Orientale e presso gli Archivi di Stato di Napoli, su invito della direttrice Candida Carrino.

La straordinaria statura di questa intellettuale, internazionale ma mai dimentica della sua italianità, ha spinto l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a impegnarsi in prima persona nella ricerca storico documentale relativa alla sua vita e alle sue molteplici attività culturali. Oltre a collaborare con la professoressa Cederna e a preoccuparsi del destino dell’Archivio Chimenti, ora conservato presso il Palazzo delle Istituzioni Italiane a Tangeri, il MAECI sta valutando l’organizzazione di ulteriori iniziative.

L’interesse di Elisa Chimenti per le tradizioni e il folklore femminile maghrebino, i suoi stretti rapporti con le comunità arabe, berbere ed ebree del nord Africa (brillante poliglotta, la Chimenti oltre all’Arabo parlava anche alcuni dialetti marocchini) e i suoi fitti scambi con i rappresentanti della Tangeri internazionale di quegli anni, la rendono non solo un modello di ecletticità artistica e letteraria ma anche un emblema della migliore mediterraneità, intesa come capacità di far dialogare e germogliare insieme culture e tradizioni diverse.

La notizia fa parte della rubrica “Le carte e la memoria”.

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