Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie.

Preferenzecookies

Intestazione navigazione sito

Riflettori su: Istituto Italiano di Cultura di Madrid
Portale Della Lingua Italiana

Riflettori su: Istituto Italiano di Cultura di Madrid

Categorie: Cultura e creatività -Cinema e Audiovisivo

Intervista con la Direttrice Marialuisa Pappalardo.

Maria Luisa Pappalardo
Maria Luisa Pappalardo

Appassionata di musica, arte e con un grande interesse per le relazioni internazionali, Marialuisa Pappalardo si è diplomata in pianoforte, in lettura della partitura sperimentale, e ha studiato composizione musicale presso il Conservatorio di Santa Cecilia; nel 2002, ha conseguito la laurea in Scienze politiche presso la Sapienza Università di Roma con una tesi in diritto diplomatico e consolare. Dopo un’esperienza di lavoro presso l’ICE, è entrata nei ruoli della Farnesina prestando servizio all’estero a Mumbai e Buenos Aires. Dirigente dell’area della promozione culturale del Ministero dal 2017, ha seguito in modo particolare il piano di promozione integrata “Vivere all’italiana” e i i programmi di promozione culturale “Italia, Culture Mediterraneo” (2018) e “Italia, Culture, Africa (2019). Dall’agosto 2020 è direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.

 

Può tracciare, per le lettrici e i lettori di italiana, un ritratto dell’Istituto Italiano di Cultura da lei diretto e della sua storia?

Lo splendido Palacio de Abrantes, posto sulla centralissima Calle Mayor e a pochi passi dal Palazzo Reale, accoglie l’Istituto sin dalla sua apertura, avvenuta nel 1939. E’ un edificio iconico della città – palazzo nobiliare per due secoli, sede di un importante giornale e poi dell’Ambasciata d’Italia fino al 1936-, portatore quindi di un’eredità prestigiosa, di cui l’Istituto ha saputo sempre essere all’altezza. Immaginando un documentario sulla storia dell’Istituto, potremmo vedere scorrere le immagini di intellettuali come Sciascia, Eco, artisti dell’avanguardia come Carla Accardi, illustri musicisti, fino al presente, con i protagonisti della scena culturale italiana contemporanea. Confesso che ci rende sempre molto orgogliosi vedere gruppi di turisti fare tappa davanti al nostro edificio e sentire la guida dire “questa è la sede dell’Istituto Italiano di Cultura”. Siamo davvero parte della storia e del presente di questa città.

Come racconterebbe la città e la sua scena culturale ? Quali sono i più importanti rapporti di collaborazione che l’Istituto intrattiene con istituzioni ed operatori culturali?

Madrid è una città con un grandissimo fermento culturale che abbraccia tutte le discipline artistiche, affiancando all’amore per la tradizione una grande apertura verso le creazioni contemporanee. In questo contesto, l’Istituto è un punto di snodo nella vasta rete culturale della città in cui insieme alle grandi istituzioni pubbliche sono attivi importanti attori privati. Tra gli enti e gli operatori con cui l’Istituto collabora possiamo citare il Museo del Prado, Patrimonio Nacional, la Fundación Mapfre, il Círculo de Bellas Artes, il Matadero, il Condeduque, i festival, ma l’elenco è lunghissimo e in continua espansione. Nel 2021, per le celebrazioni dantesche, insieme alle prestigiose Università Complutense, Autonoma e Carlos III, al Círculo de Bellas Artes e sotto l’egida dell’Ambasciata, abbiamo realizzato «Madrid Città Dantesca » un programma congiunto di iniziative che ha interessato tutta la città; questo modello « virtuoso » sarà replicato quest’anno per l’anniversario della nascita di Pasolini. Molte delle nostre attività si svolgono nella bellissima sede di Calle Mayor, altrettante vengono organizzate in altri luoghi della città, in collaborazione con i partner locali; questo modello di partenariato a rete è poi fondamentale per realizzare iniziative fuori Madrid, nella nostra ampia circoscrizione di competenza, dove la domanda di cultura italiana è anche molto forte.

In un contesto caratterizzato dalla promozione integrata dove tutte le componenti del “Sistema Italia” – cultura, economia, scienza e innovazione – contribuiscono e mirano al successo complessivo e specifico di una proposta ambiziosa nelle sue diverse sfaccettature, quali sono le migliori esperienze di questa Sede?

L’intera programmazione è improntata su una copertura a 360° del Sistema Italia: in stretto coordinamento con l’Ambasciata proponiamo iniziative in occasione delle rassegne tematiche – design, cucina, ricerca, lingua italiana, cinema – promosse dal Ministero degli Esteri; valorizziamo la trasversalità di molti progetti con collaborazioni con gli altri attori, come l’Agenzia ICE, l’ENIT, la Camera di Commercio. Penso, ad esempio, alla presentazione con ENIT del libro di Geronimo Stilton “Le mille meraviglie. Viaggio alla scoperta dell’Italia”; alla Settimana della cucina che fa da “sponda” al nostro festival del cinema italiano; al lancio, insieme all’Ambasciata, del video della campagna BeIT, in occasione di un sorprendente spettacolo di videomapping tutto italiano da noi organizzato. Le connessioni cultura – tecnologia ci affascinano e proprio in questi giorni le nostre sale accolgono “Flusso di coscienza” un progetto innovativo, dedicato ad esperienze di poesia immersiva; una collaborazione con la start – up italiana Metaexperience.ART che, grazie alla tecnologia, sperimenta nuove forme di fruizione della cultura. Più in generale, ogni iniziativa è occasione per raccontare qualcosa del nostro meraviglioso Paese; siamo una vetrina importantissima del Sistema Italia.

Che ruolo gioca la comunicazione nel rapporto con il pubblico dell’Istituto? Quali strategie innovative approcci e modi di lavorare sono stati adottati negli ultimi tempi per mantenere e facilitare questa relazione?

Ogni attività, ogni progetto deve essere accompagnato da un’efficace comunicazione prima, durante e anche dopo la sua realizzazione. Siamo noi a dover arrivare al pubblico e non pensare il contrario; è sicuramente impegnativo, ma è una parte essenziale del nostro lavoro. Continuiamo a essere presenti sulla stampa, cartacea o digitale, ma oggi le reti sociali sono lo strumento di comunicazione privilegiato; ne abbiamo compreso non solo la necessità quanto piuttosto le grandi opportunità che offre. A seconda del canale usato, differenziamo toni, informazioni e immagini; veicoliamo contenuti culturali che possono raggiungere il pubblico “a richiesta”, a qualsiasi ora; cerchiamo di coinvolgere le generazioni più giovani, ne vogliamo stimolare l’interesse, la curiosità e la partecipazione. Non penso di esagerare dicendo che, nel campo della comunicazione, è in atto una piccola rivoluzione culturale.

Sia pure gradualmente e in maniera non omogenea in tutte le aree e Paesi stiamo uscendo dalla fase emergenziale. È giunto il momento di disegnare la nuova normalità. Quali approcci sarà opportuno adottare alla luce dell’esperienza di questa Sede, come si immagina i prossimi anni di attività?

A differenza di altri Paesi, qui a Madrid i luoghi della cultura sono rimasti aperti, con limiti di capienza e nel rispetto delle misure dettate dall’emergenza Covid. In questo contesto, anche il nostro Istituto non si è fermato, realizzando una ricca programmazione culturale “a misura Covid”: abbiamo organizzato mostre, incontri online e in presenza; abbiamo ridisegnato in modalità ibrida il Festival del cinema; siamo stati i creatori di nuovi progetti di incontro a distanza tra artisti italiani e spagnoli, pensati appositamente per il digitale e per mantenere vivo il nostro splendido teatro. La spinta a sperimentare nuove forme di creazione e fruizione culturale, venuta non solo per necessità ma anche per la passione per il nostro lavoro, è qualcosa che ci porteremo nella nuova normalità, insieme alla maggiore attenzione verso il digitale, visto come strumento autonomo e non sostitutivo del presenziale, che ci ha aperto un mondo di nuove possibilità.
Per i prossimi anni, vedo un Istituto vivace e sempre più protagonista della scena culturale della città e con una presenza ancora più rafforzata su tutto il territorio di competenza; lo immagino come luogo aperto e accessibile per l’incontro e lo scambio interculturale, centro di riferimento primario per la promozione e la produzione di nuove creazioni artistiche.

Per saperne di più...

Ti potrebbe interessare anche...

Naviga tra gli articoli