È stato pubblicato e reso disponibile in rete il volume sull’archivio del Ministero degli Affari Esteri della RSI.
Le carte del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Sociale Italiana
Per la rubrica Le carte e la memoria, vi parliamo di un fondo di particolare interesse custodito presso l’Archivio Storico Diplomatico della Farnesina. Si tratta delle carte provenienti dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Salò (1943-1945), circa 403 buste che sono oggetto di un inventario analitico a cura di Claudio Maria Mancini, da poco pubblicato.
Gli avvenimenti che portarono alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana sono noti. In seguito alla caduta del governo Mussolini (25 luglio 1943) ed alla liberazione di questo dalla “prigione” di Campo Imperatore, avvenuta il 12 settembre 1943 da parte delle forze armate germaniche, Mussolini incontrò Hitler a Rastenburg ed il 15 settembre fece diffondere via radio gli ordini del giorno con cui riassunse la direzione del fascismo in Italia, ordinando che le autorità destituite dal “governo della capitolazione” riprendessero i loro posti ed uffici. Il 18 settembre pronunciò da Radio Monaco un discorso in cui annunciava l’intenzione di instaurare uno Stato nazionale e sociale, riorganizzare le Forze Armate e riprendere le armi a fianco di Germania e Giappone. Egli stesso assunse la carica di Ministro degli Affari Esteri di questo governo. La sede del governo non poteva tuttavia essere Roma, tra l’altro dichiarata “Città Aperta” dal maresciallo d’Italia Pietro Badoglio il 14 agosto. La scelta cadde quindi su Salò, sul Lago di Garda (in provincia di Brescia), perché vi passava nelle vicinanze la strada che portava in Germania ed inoltre vi erano numerosi alberghi e dimore, anche di prestigio, da adibire ad uffici e residenze. Oltre alla sede principale di Salò, Villa Simonini, il MAE della Repubblica Sociale Italiana ebbe sedi distaccate a Venezia, Verona e Cadenabbia. Poiché larga parte delle missioni diplomatiche e consolari dei paesi che riconobbero, in vario modo e misura, la RSI si trasferirono a Venezia, città che, non a torto, si riteneva non sarebbe stata oggetto di attacchi aerei, presso la città lagunare furono distaccati il Cerimoniale e l’Ufficio di Collegamento con il Corpo Diplomatico.
La RSI fu riconosciuta pienamente solo dai Paesi del Patto Tripartito. I Paesi satelliti dell’Europa balcanica si limitarono a riconoscere l’esistenza di un governo fascista repubblicano, ma in molti casi continuarono ad accogliere, accanto alla missione della RSI, quella a suo tempo inviata dal Regio Governo. Va notato che diverse carte di questo fondo non riguardano il periodo della RSI, bensì furono generate prima del settembre 1943 e inviate al Nord per consentire agli uffici di Salò la trattazione di questioni che imponevano la disponibilità dei precedenti.
Il volume di Mancini, che offre un regesto dell’intero contenuto del fondo, è disponibile online a questo indirizzo. Gli studiosi vi troveranno abbondanti informazioni su molte questioni che impegnarono il MAE della Repubblica Sociale Italiana, quali i rapporti con l’alleato germanico e più in generale con i paesi del Tripartito ed i paesi satelliti, le questioni legate al riconoscimento della RSI da parte di altri stati e ai diplomatici che non aderirono al governo fascista repubblicano, la questione degli internati militari italiani (IMI), ossia i soldati italiani che al momento dell’annuncio dell’armistizio furono deportati e rinchiusi in campi di internamento. Per seguire tale questione il Ministero degli Affari Esteri della RSI creò una sezione speciale di Gabinetto, il GABAILG (Gabinetto Assistenza Italiani Lavoranti in Germania), che si occupò anche delle sorti dei molti connazionali che già prima del settembre 1943 erano impiegati nelle fabbriche del Reich. Infine, grande impegno viene dedicato dall’autore di questo studio alla ricostruzione delle vicende che caratterizzarono la storia del fondo: gli spostamenti di cui fu oggetto, il lavoro di esame e riproduzione fotografica condotto dalla Joint Allied Intelligence Agency ed infine gli sforzi compiuti dal MAE nel dopoguerra per recuperare gli archivi del suo omologo della RSI.