Inizia il recupero del fondo dell’ex IsIAO
Comincia dall’Oriente il viaggio per il recupero delle carte appartenenti al fondo dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (ex-IsIAO). Al via una serie di pubblicazioni periodiche che porteranno alla descrizione e alla messa in consultazione degli archivi dell’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) e dell’Istituto Italo Africano (IIA).
È disponibile sul portale dell’Archivio Storico Diplomatico l’inventario della prima parte dell’archivio dell’IsMEO, a cura della dott.ssa Sonia Zini. Si tratta del primo di una serie di periodiche pubblicazioni che porteranno gradualmente al recupero tanto atteso delle carte IsIAO.
Per la rubrica “Le carte e la memoria”, vi raccontiamo la storia di questo importante fondo archivistico conservato presso l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Fondato nel 1933 da Giuseppe Tucci, l’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) è stato uno dei punti di riferimento più importanti per gli studi orientalistici di tutto il 1900. Con legge 505 del 25 novembre 1995 confluì, insieme all’archivio dell’Istituto Italo Africano (IIA), nel successivo IsIAO, che per sedici anni ha perseguito le finalità scientifiche e culturali dei due istituti rivolte verso l’Africa e l’Oriente.
Gravato da difficoltà economiche, l’IsIAO venne chiuso con disposizione congiunta del Ministero dell’Economia e delle Finanze e degli Affari Esteri l’11 novembre 2011 e posto in liquidazione coatta dal gennaio 2012. Il MAECI da allora è stato designato come ente liquidatore dell’IsIAO e come ente conservatore dell’intero patrimonio documentario.
Le carte del fondo IsMEO rivelano il ricco ventaglio di attività svolte dall’Istituto all’insegna del rafforzamento delle relazioni culturali con i paesi orientali. Si spazia tra mostre internazionali, diffusione della cultura italiana in Oriente, missioni archeologiche, corsi di lingue orientali, attività editoriale e molto altro.
A muovere le fila di ogni attività è sempre Giuseppe Tucci, vero deus ex machina dell’istituto: uomo poliedrico, esperto in sinologia, storia delle religioni, lingue orientali, capace di dialogare con audace spigliatezza con le alte cariche della cultura e della politica orientale portando ad una rivoluzione della conoscenza della cultura orientale in Italia e della cultura italiana in Oriente.
Il recupero di queste carte e la loro messa a disposizione per studiosi, ricercatori e appassionati è un lavoro complesso che rappresenta una vera sfida per l’Archivio Storico Diplomatico, a causa dello stato di estremo disordine in cui versa il fondo. La grande mole di documentazione (oltre 5000 faldoni tra IsMEO e IIA), i rimaneggiamenti, i vari traslochi, le perdite di documentazione sono solo alcune delle problematiche che hanno segnato la vita di questi documenti, la cui storia intrecciata con l’Oriente non fa altro che esaltarne il fascino.