Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Kiev svela i retroscena della rappresentazione dell’opera “La Bohème” di Giacomo Puccini al Festival Puccini di Torre del Lago, lo scorso 23 agosto 2022 con artisti e maestranze del Teatro dell’Opera di Leopoli.
Edoardo Crisafulli racconta “La Bohème” in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Leopoli
Intervista a cura di Daniele Galleni, Maria Concetta Di Giaimo, Annarita Guidi
– In relazione alla rappresentazione della Bohème di Giacomo Puccini allo scorso Festival di Torre del Lago: come è nato il progetto e qual è stato il ruolo dell’Istituto Italiano di Cultura di Kiev?
Premesso che l’opera lirica è uno dei canali più efficaci per quella forma di soft power che è la promozione della lingua italiana, l’idea è nata dal Festival Puccini di Torre del Lago, con il quale già intrattenevo rapporti di collaborazione quando ero responsabile dei corsi all’Istituto di cultura di Tokyo: organizzavamo anche corsi speciali, di alta formazione, rivolti a cantanti d’opera. Il direttore del Festival, Franco Moretti, mi ha contattato mentre ero in regime di trattenimento in servizio a Roma. Tuttavia, ho aderito con entusiasmo al progetto, nonostante le difficoltà logistiche legate al fatto che non mi trovavo fisicamente in Ucraina. Poi naturalmente l’Istituto, che ha riaperto a metà luglio, ha fornito tutto il suo supporto nella mediazione fra le due parti, nella comunicazione e nella logistica.
– L’Opera lirica è una forma artistica che si presta a cooperazioni internazionali. Riesce quindi a inserirsi in un più ampio progetto di dialogo tra nazioni?
La risposta è già nella figura e nelle vicende di Solomija Krushelnytska, cantante lirica di primissimo ordine, prediletta da Giacomo Puccini, la quale risollevò le sorti dell’opera Madama Butterfly dopo l’insuccesso della prima assoluta alla Scala di Milano. Solomija era una straordinaria ambasciatrice culturale, capace di unire Italia e Ucraina grazie alla musica. In suo onore si è tenuto in data 23 settembre un concerto di gala al Teatro dell’Opera di Leopoli, propiziato e co-organizzato dall’Istituto di Cultura e dal Festival pucciniano, con la prestigiosa direzione d’orchestra di Alberto Veronesi. La rappresentazione de La Bohème a Torre del Lago ha fatto da apripista a questo evento, inaugurato dal Ministro della cultura dell’Ucraina.
– Qual è stato il riscontro da parte di maestranze e cantanti ucraini e del pubblico italiano?
Sono stato molto colpito dallo spirito di sacrificio delle maestranze: circa 120 persone hanno fatto un viaggio in pullman di 27 ore, sia all’andata che al ritorno. Sono state accolte a Torre del Lago in maniera egregia, alle due del mattino. Il giorno stesso ci sono state le prime prove e poi la sera ha avuto luogo lo spettacolo, sono ripartiti il giorno dopo, di primo mattino. Il tutto con il sorriso sulle labbra. La reazione da parte del pubblico e della critica è stata eccellente, a partire dai grandi apprezzamenti per Liudmyla Korsun e Marianna Tsvietinska, rispettivamente interpreti dei ruoli di Mimì e Musetta.
– Qual è la ricaduta di un simile progetto per l’ambiente culturale di Leopoli?
Gli incassi dello spettacolo di Torre del Lago sono stati devoluti al Teatro dell’Opera di Leopoli, che sta continuando un’importante attività culturale con fondi risicati. La diplomazia culturale è anche questo: sostenere un paese amico in un momento di seria difficoltà. È stato fondamentale il ruolo della nostra nuova Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale che è riuscita a sbloccare in tempi brevissimi un contributo dedicato a questo evento. Ci tengo ringraziare il Consigliere Filippo La Rosa e Pier Francesco Zazo, Ambasciatore d’Italia a Kiev, che mi hanno sostenuto fortemente.
– Quali saranno le sfide maggiori in Ucraina?
In questa fase incentreremo le nostre attività a Leopoli con la possibilità di estendere la promozione culturale e linguistica anche a Kiev, poi vedremo nei prossimi mesi come evolverà la situazione. Auspichiamo come è ovvio un processo di pace. Rilanceremo nei prossimi mesi la cooperazione con il MIC, che avrà immagino finanziamenti per progetti ucraini o italo-ucraini prodotti e/o realizzati in Italia. Questa è una nuova frontiera, ovvero l’Istituto di Cultura che facilita la presenza attiva in Ucraina del Ministero della Cultura del nostro Paese. Arriveremo, poi, al momento in cui la diplomazia culturale si farà più complessa e delicata. Molti musicisti ucraini si rifiutano di suonare compositori russi. La guerra produce odio e crea fratture profonde fra i popoli: il nostro ruolo, da sempre, è quello di creare ponti distinguendo sempre fra contesto politico e popolo.