Master of Art, il Festival cinematografico di documentari d’arte, unico nel suo genere nell’Europa orientale, ha aperto al pubblico lo scorso 9 febbraio e si svolgerà tra Sofia, Plovdiv e a Varna fino al 3 marzo, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia e il sostegno del Programma Cultura del Comune di Sofia e del Palazzo Nazionale della Cultura.
Nell’ambito della nona edizione del Festival, l’Italia è presente con tre film: “Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione”, per la regia di Giovanni Troilo, (2023), “Jeff Koons. Un ritratto personale”, di Pappi Corsicato (2023) e “Agalma” di Doriana Monaco (2020).
“Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione”, di Giovanni Troilo, ripercorre la storia della famosa rivalità artistica tra Borromini e Bernini, grandi artisti della Roma barocca. Non viene, tuttavia, tralasciata la storia della rivalità di Borromini con se stesso: un genio talmente assorbito dalla sua arte da trasformarla in un demone che lo divora dall’interno, costringendolo a scegliere la morte per raggiungere l’eternità. Borromini si priva di tutto per inseguire i suoi sogni di gloria a Roma. È la storia della rivoluzione architettonica di un maestro solitario che ha cambiato per sempre l’aspetto di Roma, spingendosi al limite, ma anche lottando contro convenzioni e pregiudizi.
“Jeff Koons. Un ritratto privato”, di Pappi Corsicato, è una produzione italiana che illustra il percorso artistico di Jeff Koons, artista pop, più volte oggetto di critiche e polemiche per il suo approccio insolito all’arte e alla cultura. Koons è uno dei promotori del kitsch e della Pop Art, movimento che si concentra sul consumismo e sui difetti della società contemporanea. Il suo nome è associato ad altri grandi dell’arte di quell’epoca, come Andy Warhol, Marcel Duchamp e Keith Haring, perché come loro ha saputo intrecciare ironia e arte in un modo unico, tra provocazione e comicità. Il suo lavoro mira a unire la cultura “alta” e “bassa”, creando installazioni e mostre in grado di far sentire ogni spettatore coinvolto e a proprio agio. Al centro del documentario vi sono le motivazioni e le intuizioni alla base delle opere e della carriera di successo di Koons, esplorate da diverse prospettive, che risalgono fino all’infanzia dell’artista.
“Agalma”, prodotto da Antonella Di Nocera (Parallelo 41 Produzioni) e Lorenzo Cioffi (Ladoc) con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini, con il contributo della Regione Campania e la collaborazione della Film Commission Regione Campania, è un film frutto di tre anni di lavoro sulla quotidianità di uno dei più importanti musei del mondo, che ha aperto le porte alla giovane regista, allieva di FILMaP – Atelier di cinema del reale di Ponticelli, Doriana Monaco. Quest’ultima ha deciso di raccontarne la vita segreta in un documentario fuori dagli schemi: immagini ricercate, poesia, cura per i dettagli sono gli ingredienti di “Agalma”.
“Agalma” è anche un omaggio al classico “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini. Al centro del racconto è presente il rapporto segreto e sempre nuovo che nasce tra i visitatori e le meraviglie dell’antichità greco-romana. Il MANN emerge come un grande organismo produttivo, che rivela la sua natura di cantiere materiale e intellettuale. Il documentario racconta la bellezza del MANN, non solo nelle sue incantevoli esposizioni artistiche ma anche nelle relazioni invisibili che si intrecciano al suo interno.
Il film mostra le vicende del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), concentrandosi sulla vita quotidiana del personale che affronta compiti minuziosamente delicati che richiedono tempo, cura e attenzione costante. Le opere, che da secoli vivono e risuonano, sono monitorate come se fossero corpi viventi. Tutto questo mentre i visitatori arrivano da tutto il mondo, affollando le varie sale espositive sotto lo sguardo apparentemente impassibile delle opere, che sono insieme attori e spettatori della grande impresa umana. In tutto questo, il Museo emerge come una grande entità produttiva, rivelando la sua natura di luogo materiale e intellettuale di opere. “Amagalma” (dal greco “statua” o “immagine”) coglie la bellezza del Museo, cogliendo il respiro appassionato di chi progetta la quotidianità del museo. Il film è stato selezionato alla 17esima edizione delle Giornate degli Autori di Venezia 77, è stato tra i 60 titoli selezionati dai Nastri d’Argento 2020 nella categoria documentario; nel 2021 selezionato all’Italian film festival di Minneapolis e, nello stesso anno, al 25° PriMed – Festival de la Méditerranée en images (Marsiglia).
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Sofia