Negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi in mostra le scarpe più iconiche del fashion made in Italy. Un suggestivo percorso tra le calzature più significative, che maggiormente hanno segnato la loro epoca, determinando un cambio di rotta, in qualche caso una rivoluzione, dei costumi. Si tratta di Italian Shoe Design Symphony la mostra a cura di Elisabetta Pisu, che mette insieme 28 paia di calzature femminili fra esemplari storici e modelli di recente realizzazione, selezionate fra i brand e i designer più rilevanti della moda italiana.
Scarpe introvabili, alcune delle quali gelosamente custodite dalle case di moda, esemplari unici, scelti per la portata innovativa del loro design o per il loro potere fortemente evocativo, che presentano una gamma molto diversificata di stili e modi di pensare l’oggetto-scarpa. Qualcuna riprende la forma e l’estetica di un classico decolleté, altre rimandano a una narrazione più complessa, qualche modello gioca sul filo dell’ironia, qualcun altro cela un messaggio visibile a pochi, altre sono creazioni artistiche, opere d’ingegno che nascono per non essere mai indossate.
La scarpa è portatrice di importanti valori sociali e culturali – spiega Elisabetta Pisu – un accessorio capace di rivelare la personalità, lo status e l’identità di chi la indossa», un oggetto che diventa tanto più significativo quanto più la sua celebrazione si rivolge alle donne degli Emirati Arabi, dove la mostra ha luogo, le cui scarpe elegantissime con i tacchi a spillo fanno capolino da sotto l’abaya, il lungo abito tradizionale islamico.
Come osserva Ida Zilio-Grandi, Direttrice dell’Istituto:
questa mostra, organizzata in occasione dell’Italian Design Day 2023, illumina una volta di più la creatività e la capacità artigianale degli italiani e certamente affascinerà le donne negli Emirati, le quali adorano forme, colori e dettagli che colpiscono lo sguardo. Come in una sinfonia di colori e forme, l’esposizione porta al pubblico l’idea di un componimento musicale variegato, una partitura fatta di tonalità brillanti e forme scultoree che risuonano secondo un’armonia comune.
A scandire la selezione da parte della curatrice Elisabetta Pisu sono due temi, fil rouge dell’installazione: il tacco, vertiginoso e a spillo, a volte ai limiti del possibile, che rende desiderabile e quasi inaccessibile la scarpa, e la lucentezza, declinata nei tessuti riflettenti e nelle pietre Swarovski, che fanno della scarpa un gioiello prezioso.
Le calzature hanno avuto un’evoluzione continua nel corso dei secoli – racconta la curatrice Elisabetta Pisu – le punte hanno cambiato forma più volte diventando arrotondate, squadrate oppure assottigliandosi. Di pari passo il tacco ha mutato aspetto e dimensione, alzandosi o riducendosi, diventando largo o a rocchetto, assumendo un’importanza fondamentale nell’architettura della scarpa.
Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale. Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi. Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, tesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del made in Italy. Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei.
Maggiori informazioni su: iicabudhabi.esteri.it.