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Ad Haifa la serie di incontri letterari "La bella estate"
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Ad Haifa la serie di incontri letterari “La bella estate”

Categorie: Cultura e creatività -Editoria e Letteratura
Il tema della soggettività giovanile esplorato attraverso l'analisi di alcuni dei più importanti romanzi italiani.
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Dopo la prima serie di incontri su romanzi italiani tradotti in arabo, dal titolo “L’ospite italiano: viaggio letterario dall’Italiano all’arabo in quattro romanzi”, l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa ha presentato la seconda serie “La bella estate: tre romanzi italiani sulla soggettività giovanile”.  I tre romanzi protagonisti della serie sono “La bella estate” (1949), di Cesare Pavese, “Il tempo materiale” (2017) di Giorgio Vasta e “Non dirmi che hai paura” (2014) di Giuseppe Catozzella. Mentre il ciclo del  2020 era stato centrato su classici e romanzi di grande successo  come “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino, “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, “L’amica geniale” di Elena Ferrante e “Novecento” di Alessandro Baricco, questo ciclo ha voluto invece porre al centro il mondo giovanile, la forza, la gioia e la sofferenza delle generazioni nuove in momenti e contesti storici e sociali diversi.

Gli incontri sono stati curati dal dott. Mustafa Qossoqsi –  PhD, psicologo clinico, psicoterapeuta e poeta – e si sono tenuti  a cadenza mensile nei mesi di novembre, dicembre e gennaio. La scelta della lingua è ricaduta sull’arabo poiché, come ha spiegato la Direttrice dell’Istituto Maria Sica:

Haifa ospita una popolazione multietnica e multireligiosa che conta una significativa componente araba. Per questo motivo abbiamo pensato di riprendere un progetto iniziato nel 2020 che voleva  intessere una conoscenza e un confronto tra letteratura italiana e mondo arabo.

L’ultimo incontro, tenutosi il 17 gennaio, è stato dedicato al libro “Non dirmi che hai paura”, ambientato proprio in un paese arabo musulmano, la Somalia. La protagonista è una giovane donna, che con coraggio e determinazione insegue il sogno di una vittoria sportiva, una corsa verso la libertà che si conclude tragicamente negli abissi al largo di Lampedusa. Con la sua opera Giuseppe Catozzella racconta “l’Altro” così come visto dagli occhi di un occidentale, cercando di costruire un ponte di comunicazione tra realtà molto diverse. Come sottolineato dallo scrittore, il libro ha avuto un grandissimo successo in molti paesi arabi e ha lasciato il segno nelle menti di tante ragazze:

“Non dirmi che hai paura” ha avuto e continua ad avere numerosi lettori in tutto il mondo arabo, specialmente giovani donne. In ogni paese arabo in cui sono stato invitato, proprio grazie a quel libro ho potuto parlare con moltissime ragazze: tutte mi dicono che la storia di Samia dà loro il coraggio e la forza per cercare la strada della loro libertà e liberazione. Come scrittore questo mi fa sentire molto fortunato.

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