Si è appena conclusa la mostra “Dalla cosa nasce la cosa”, l’evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Cordoba con il fine di far conoscere al pubblico il grande artista e designer italiano Bruno Munari. L’esposizione, la prima in Argentina dedicata all’artista, co-curata da Florencia Magaril e Sebastian Rey, è stata pensata per il divertimento di tutta la famiglia nell’intento di diffondere lo spirito ludico e creativo dell’artista italiano. E’ stato possibile infatti approfondire parte del suo immenso lavoro e scoprire i laboratori di ricerca e creazione dove i bambini sono i protagonisti assoluti. Il progetto espositivo è stata concepito come un viaggio attraverso diverse opere di Munari, composto di grandi riproduzioni di vari passaggi dei suoi libri: Le Macchine di Munari (1942) – inedito nella nostra lingua -, Supplemento al Dizionario Italiano (1963) e la Collana per bambini del 1945.
Allestita anche una sala giochi e libri, pensata come spazio per abitare e giocare con le pubblicazioni del designer italiano, molte delle quali inedite in Argentina (prelibri, lucidi per realizzare animazioni, giochi di architettura e la collana 1945). Inoltre, la mostra è stata caratterizzata da due spazi che hanno funzionato come laboratori di ricerca e creazione: Paper Laboratory, dedicato alle possibilità comunicative della carta attraverso la creazione di libri illeggibili e sculture da viaggio (pocket pop-up) e Tactile Labyrinth, un labirinto di texture per indagare le possibilità comunicative dei materiali e le sensazioni che producono in noi. È possibile vedere con le mani? Con la testa e i gomiti?
In un’altra sala è stato poi proiettato “Tempo nel tempo” per completare questa gamma di opere del grande maestro, che come sempre ci ispira con la sua immaginazione, fantasia e creatività.
Nel campo della cultura è molto comune sentire la frase “questo è un libro per bambini”, o che “il tal gruppo musicale è un gruppo per bambini”. Ma esiste un’arte per bambini? Esiste un’arte per adulti e un’arte per bambini? Quali sono le loro differenze? L’aggettivo infantile si riferisce a qualcosa di immaturo, senza una forma definita. È una categoria che riflette ancora una volta una prospettiva adultocentrica. Di solito, quando caratterizziamo qualcosa in questo modo, lo sminuiamo o lo neghiamo: “non essere infantile” è un termine squalificante molto comune nelle discussioni. A nessuno infatti verrebbe in mente di dire “non fare l’adulto”. Questa è una mostra che pensa all’infanzia come origine e potenza, come presente espanso e assoluto. Come modo di stare al mondo secondo altre logiche. L’infanzia come territorio che rappresenta un enigma, che può anche sovvertire l’ordine stabilito.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Cordoba