In occasione della 22^ Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, che quest’anno ha come tema “L’Italiano e i giovani”, l‘Istituto Italiano di Cultura di San Francisco ha ospitato un concerto intimo del cantautore italiano Diodato. L’artista si è esibito per la prima volta a San Francisco presso la nuova sede di INNOVIT – il centro di cultura e innovazione italiana nel mondo – sulla cui facciata per l’occasione è stato proiettato il logo della campagna di nation branding, “Italy is simply extraordinary: beIT“.
Vincitore del 70° Festival di Sanremo, finalista all’Eurovision nel 2020 e miglior artista italiano di MTV, Diodato (voce e chitarra acustica) ha cantato con l’accompagnamento del virtuoso del violino e acclamato direttore d’orchestra Rodrigo D’Erasmo. Il duo ha eseguito dei brani inediti con testi creati appositamente per la Settimana della lingua italiana nel mondo. Diodato arriva negli Stati Uniti dopo un tour europeo di 18 date che ha registrato il tutto esaurito.
Dopo l’emozionante performance a lume di candela, abbiamo incontrato Diodato che ci ha raccontato qualche breve impressione sul concerto e sulla sua esperienza americana.
Come ti sei trovato ad esibirti nella nuova sede INNOVIT, questo centro italiano di innovazione e cultura, nella settimana dedicata alla lingua italiana, di cui attraverso la tua musica sei diventato ambasciatore della cultura italiana nel mondo?
È stato davvero splendido. C’era una bellissima atmosfera, un’energia molto forte. Tanta gente venuta ad ascoltare con attenzione e pronta a esprimere entusiasmo, a condividere emozioni. Questo viaggio che mi ha portato fin qui mi ha reso felice anche perché mi dà la sensazione di fare qualcosa, anche se qualcosa di molto piccolo, per la nostra cultura. In tanti mi hanno detto che stanno imparando l’italiano anche grazie alle mie canzoni e non potevo crederci. È un grande onore.
Com’è stata l’esperienza della tournée in nord America? L’accoglienza e le reazioni del pubblico?
Ho trovato un pubblico molto entusiasta, molti italiani ma davvero tantissimi americani, persone di ogni cultura e origine ed è stato fantastico far parte di questo meraviglioso melting pot.
Vuoi raccontarci una curiosità o un episodio avvenuto durante il tour che ti hanno particolarmente colpito e fatto riflettere?
Mi sono guardato molto intorno, ho cercato di entrare il più possibile nella vita quotidiana di un americano. È molto bello vedere una tale commistione di culture.
È evidente ci sia anche una certa tensione sociale e ho avuto la sensazione che il divario tra ricchi e poveri stia aumentando vertiginosamente. Ho visto tantissima gente che dorme e vive per strada. Ho percepito anche poca attenzione a ciò che sta accadendo al pianeta. Lo sfruttamento energetico in una città come New York ad esempio, è davvero impressionante e mortifica gli sforzi che stiamo facendo in Europa. Basti pensare all’uso parossistico dell’aria condizionata e agli eccessi delle blinding lights delle varie downtown.