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Doppia intervista ai fumettisti Davide Toffolo e Frank Quitely
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Doppia intervista ai fumettisti Davide Toffolo e Frank Quitely

Categorie: Cultura e creatività -Arti Visive
I due artisti, che si sono ritrovati a Edimburgo per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, raccontano il loro rapporto personale con l'arte del fumetto.
Davide Toffolo e Frank Quietly

Nella cornice delle celebrazioni per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, l’artista Davide Toffolo ha riproposto il fumetto “Intervista a Pasolini”, viaggiando in diversi Paesi per presentare il suo lavoro, ospitato dalla rete estera degli Istituti Italiani di Cultura.  Lo scorso 7 marzo  l’artista è arrivato a Edimburgo, dove ha avuto l’occasione di incontrare un suo collega fumettista, lo scozzese Frank Quitely (nome d’arte per Vincent Deighan), vera e propria star nel mondo del fumetto, autore di moltissime opere vendute in tutto il mondo. Di seguito un’intervista in cui i due artisti si confrontano in merito alla loro passione per il fumetto.

Come vi siete avvicinati all’arte del fumetto? E’ stata una vostra passione sin da piccoli?

Frank Quitely I fumetti sono stati una delle tante passioni della mia infanzia. Impazzivo anche per la fine art, il graphic e il poster design, le vignette politiche, le copertine di album e ogni sorta di illustrazione. Sarei stato felice di intraprendere una carriera in una qualsiasi di queste arti visive. Dopo aver lasciato la Glasgow School of Art ho passato alcuni anni lavorando come freelance: facendo ritratti, caricature, murales, disegni per magliette, poster e illustrazioni. Poi un giorno mi hanno proposto di scrivere e disegnare un fumetto e appena ho iniziato a lavorarci ho sentito di aver trovato la mia strada.

Davide Toffolo Sono stato innamorato fin da bambino dei fumetti. Erano la forma d’arte in circolazione più facile da reperire e a minor prezzo. Ho cominciato a comperare fumetti di supereroi americani all’inizio degli anni ’70: avevo 5 anni e anche un bambino della classe operaia poteva comperare i giornaletti.  Poi il linguaggio è cresciuto assieme a me, sono stato fortunato.

Pensate che il fumetto abbia un potenziale comunicativo maggiore rispetto a un semplice libro fatto di parole?

Davide Toffolo La parola resta l’astrazione massima, la suggestione assoluta. Il fumetto è un linguaggio speciale per persone speciali. Non ho mai ritenuto il fumetto un linguaggio semplificato. È comunque un linguaggio recente che ha, rispetto alla  letteratura, poco più di cento anni, quindi forse il meglio lo deve ancora offrire.

Frank QuitelyA mio avviso i fumetti hanno un potenziale comunicativo semplicemente diverso. Diverso dalla prosa, da un film, dal teatro. Non necessariamente maggiore, ma semplicemente, unicamente diverso. I fumetti comunicano le idee in un modo che solo i fumetti sanno fare.

Vista la grande diversità delle vostre opere e l’ampiezza dei temi trattati, qual è secondo voi il fine ultimo dello scrivere fumetti? Divertire, informare, far riflettere, intrattenere…? 

Frank Quitely – Sì, sì, e sì. I fumetti possono essere semplice (e a volte essenziale) distrazione, intrattenimento, evasione, ma possono anche essere arte per il piacere dell’arte, e possono anche educare, portare nuove idee, punti di vista, e cambiare le menti di chi legge.

Davide Toffolo – Come diceva il maestro giapponese Tezuka, il fumetto deve intrattenere, emozionare e alla fine della lettura devi aver imparato qualcosa. Ho fatto fumetti in questa direzione.

Se aveste la possibilità di prendere in prestito una caratteristica o una abilità che vi piace l’uno dell’altro, cosa scegliereste? 

Davide Toffolo – Di Frank Quitely mi piace la recitazione dei personaggi e la capacità di lavorare sull’immaginario del fumetto anglo-americano con tanta personalità. Invidio un poco i grandi sceneggiatori  con cui ha collaborato.  Forse mi inscriverò all’ennesimo corso di base di inglese. Ah ah ah.

Frank Quitely – Tendo ad usare linee delicate e a volte mi preoccupo eccessivamente per i dettagli, mentre Davide ha un tratto più deciso e marcato che conferisce ai suoi disegni un senso di solidità. Non mi dispiacerebbe prendere in prestito un po’ di questa sicurezza. Inoltre non sono per niente portato per la musica, quindi sarei ben felice di prendere in prestito anche solo una piccola parte del suo talento musicale!

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Davide Toffolo e Frank Quietly

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