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"Festa delle luci" di Lione
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“Festa delle luci” di Lione

Categorie: Cultura e creatività -Musica e spettacolo -Arti Visive
Gli artisti di "Farnesina Digital Art Experience" partecipano alla festa tradizionale della città di Lione.
"Belongig [of Shadows]" a cura di OOOPStudio
“Belongig [of Shadows]” a cura di OOOPStudio

L’Istituto Italiano di Cultura di Lione partecipa per la prima volta alla “Festa delle luci”, l’evento che dall’8 all’11 dicembre illumina la città di Lione con oltre 70 installazioni create da alcuni dei più famosi artisti della luce del mondo, con due progetti: “Do humans need humans” e “Drop”. 

“Do humans need humans” fa parte di “Farnesina Digital Art Experience“,  progetto internazionale promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Bright Festival e coinvolge tre studi: Pixel Shapes, OOOPStudio, Kanaka Studio. Le installazioni video verranno proiettate sulla facciata del Temple du Change.

  • The Human Big Data” a cura di Pixel Shapes.

Artisti: Giovanni Mezzasalma, Simone Scarpello, Andrea Campo e Andrea Criscione.

Le immagini futuriste proiettate richiamano il Big Data, l’enorme massa di dati analizzati tramite l’intelligenza artificiale, il cui trattamento rappresenta una svolta importante per il progresso scientifico e tecnologico. L’opera interroga sul benessere e sullo sviluppo che il Big Data e l’intelligenza artificiale possono apportare alla società, ma avverte anche sui rischi delle derive sociali e culturali che potrebbero provocare.

  • Dependence” a cura di Kanaka Studio.

Artista: Andrea Maioli.

Quest’opera denuncia la forte dipendenza che l’uomo ha sviluppato nei confronti della tecnologia dell’era digitale, diventata uno scopo e non più un modo di migliorare la società. Pertanto ricordano che, in modo incosciente, l’umanità avrà sempre un bisogno di affetto e di contatto fisico con gli altri.

  • Belonging [of Shadows]” a cura di OOOPStudio.

Artisti: Alessandro Grisendi e Marco Noviello.

L’opera rappresenta un bisogno di evoluzione e un punto di arrivo per le nuove generazioni, che amplieranno le possibilità della vita in comunità, oltrepassando gli stereotipi. Le persone appartengono ad un unico e stesso ceppo, la radice umana, che vive e si perpetua grazie al rapporto con gli altri. L’era digitale permette di rompere le frontiere, di ritrovarsi, di appianare le disuguaglianze. E’ un’umanità in perpetuo movimento che prende forma sullo schermo, rappresentata da occhi, mani e bocche di persone di varie identità, da opere d’arte che perpetuano gli individui, corpi che rimangono col passar del tempo.

È invece il cortile del Musée Gadagne a ospitare “Drop“, la struttura luminosa esagonale a forma di goccia d’acqua dell’Equipe artistica Antica Proietteria. Giocando, tramite un’applicazione web (disponibile con un QR code), con le luci, i suoni ed i colori di quest’istallazione, è possibile modificare il suo ambiente. Quest’opera interattiva è stata creata per attirare l’attenzione sulla questione del riscaldamento climatico e del ciclo dell’acqua, mostrando in maniera metaforica l’impatto di ogni azione umana sull’ambiente.

 

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