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Il Milano Design Film Festival a Melbourne
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Il Milano Design Film Festival a Melbourne

Categorie: Cultura e creatività -Design e Architettura -Cinema e Audiovisivo
Grazie ad ACMI, l'Istituto Italiano di Cultura di Melbourne porta in Australia uno dei principali festival italiani su architettura e design.
gioja22
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L’Istituto Italiano di Cultura di Melbourne e ACMI (Australian Centre for the Moving Image), in collaborazione con Milano Design Film Festival, presentano il Milan Design Film Festival at ACMI. Uno dei più importanti festival italiani dedicati a design e architettura arriva in Australia per presentare alcune testimonianze riguardo alle ultime tendenze in questi settori nella produzione italiana.

Il Festival mira a sottolineare come la storia del design sia la storia di una cultura perché definisce le radici di un modo di fare e immagina un futuro possibile. Sfide, innovazioni, sperimentazioni affrontate dal design italiano hanno dato forma a macchine, arredi, oggetti, edifici, cercando di mettere insieme unicità del prodotto e riproducibilità.

Le proiezioni offrono uno sguardo a tutto tondo sull’universo del design italiano: permettono di conoscere i progettisti, di approfondire le ricerche industriali, di visitare le industrie stesse, di analizzare i fenomeni e i contesti sociali che sono alla base di alcune esperienze. In questo modo, viene raccontata la storia di una cultura ricca e radicata che ha la capacità di diffondere ancora oggi il design più noto al mondo.

Il Festival sarà aperto dal film di Carlos Saura “Renzo Piano: Architect of Light” (2018) e dalla prima australiana di due documentari di Davide Maffei, entrambi del 2020, sull’innovatore italiano Adriano Olivetti (“Paradigm” e “Perspective”).

Tra gli altri film che verranno presentati si segnalano:

  • “Disco Ruin” (2020) di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto, un’indagine sulla club culture italiana che traccia l’ascesa di club, produttori, DJ, stili e generi iconici lungo quattro decenni, dai club degli anni ’60 alle discoteche in stile americano, dalla cultura disco, al funk e al rave. Le registe affrontano la materia anche da un punto di vista architettonico e progettuale, includendo interviste agli architetti Ugo La Pietra e Pietro Derossi, tra gli altri, che descrivono alcune delle innovazioni progettuali di club storici. Mentre alcune di queste leggendarie “astronavi” sopravvivono – la ‘piramide di cristallo’ del “Cocoricò” di Riccione riaperta nel novembre 2021, ad esempio – Bosi vede nelle strutture abbandonate di altri club come il “Picchio” di Milano e l‘”Ultimo Impero” di Torino , una sorta di moderna Pompei;
  • “Gioja 22” (2020) di Stefano De Felici, incentrato sull’arteria milanese di Melchiorre Gioia, un quartiere negli ultimi anni profondamente alterato dai grattacieli;
  • “The Importance of being an Architect” (2021) di Giorgio Ferrero e Federico Biasin, un film che racconta la storia di Antonio Citterio e Patricia Viel, co-fondatori dello studio di architettura e design ACPV;
  • “Milano 20/21” (2021) di Maurizio Dalla Palma, cortometraggio che utilizza immagini, suoni ambientali e musica per mappare come la percezione di Milano, nel nord industriale italiano, e dei suoi dintorni, sia cambiata durante la pandemia di Covid-19;
  • “Openings” (2021) di Francesca Molteni e Mattia Colombo. Si tratta di un mediometraggio che affronta il concetto di “soglie” in termini architettonici e filosofici ed esplora il rapporto tra spazi esterni e interni in un viaggio lungo la storica Via Emilia;

Maggiori informazioni su iicmelbourne.esteri.it

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