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In Corea del Sud, la prima volta dell'Italia alla Gwangju Biennale
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In Corea del Sud, la prima volta dell’Italia alla Gwangju Biennale

Categorie: Cultura e creatività -Arti Visive
Lo scorso 5 aprile, si è tenuta  al Dong-gok Art Museum di Gwangju l’inaugurazione del Padiglione Italiano nell’ambito della 14esima edizione della Gwangju Biennale, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, primo del suo genere non solo in Corea del Sud, ma anche in Asia.
Ph. Parker McComb, ‘Learning in Dis-binding’, 2023, Camilla Alberti

Lo scorso 5 aprile, si è tenuta  al Dong-gok Art Museum di Gwangju l’inaugurazione del Padiglione Italiano nell’ambito della 14esima edizione della Gwangju Biennale, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, primo del suo genere non solo in Corea del Sud, ma anche in Asia.

All’evento hanno partecipato l’Ambasciatore d’Italia a Seoul H.E., Federico Failla, la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, Michela Linda Magrì, la curatrice e direttrice artistica del Padiglione, Dott.ssa Valentina Buzzi, insieme a presenze di spicco come il presidente della Gwangju Biennale Park Yangwoo, il sindaco di Gwangju Kijung Kang e il presidente della Bomun Welfare Foundation Jeong YoungHyun, organizzazione che ha ospitato il Padiglione.

Il nome del Padiglione Italiano, visitabile fino al prossimo 9 luglio, è “Che cosa sogna l’acqua quando dorme?” in linea con il tema della manifestazione di quest’anno “Soft and weak like water”, e i cinque artisti italiani emergenti esposti, Camilla Alberti, Agnes Questionmark, Marco Barotti, Fabio Roncato e Yuval Avital,  hanno quindi proposto il loro punto di vista elaborando il tema del “costante divenire”, nel passato, nel presente e nel futuro.

Camilla Alberti presenta cinque sculture (“Learning in Disbinding”) realizzate durante 3 mesi di residenza artistica presso il Seoul Institute of the Arts, con il quale l’Istituto di Cultura di Seoul ha instaurato una fiorente collaborazione. La performance dal vivo “Drowned in living waters” di Agnes Questionmark, che presenta anche la scultura “Draco Piscis”, ha suscitato forti reazioni, è stata descritta dal Korea Times come “forse l’esibizione più appariscente” per via della spettacolarità dell’artista immersa in un acquario. Fabio Roncato ha invece speso un mese in compagnia di artigiani di Gwangju, per poter realizzare la sua opera “Follow me”, che consiste di 9 vasi onggi, lasciati poi nelle acque dei fiumi e delle sorgenti d’acqua locali, le quali hanno eroso, con la loro potenza, i vasi, trasformandoli. L’artista interdisciplinare Marco Barotti ha invece realizzato una installazione cinetico-sonora, “Clams”: le sculture a forma di conchiglia sono collegate a sensori che rilevano il livello di inquinamento nelle acque dei fiumi di Gwangju, ed in base a ciò, producono melodie instabili e vibrazioni diverse. Infine, Yuval Avital presenta l’opera cross-media “Foreign bodies”, in cui numerosi ballerini della Scala di Milano, nudi e posti in paesaggi naturali, si muovono in tensione, diventando parte dell’ambiente che li circonda.

In conclusione, il Padiglione italiano, con i cinque artisti inter-generazionali, esplora le possibilità di cambiamento e trasformazione che passa dal locale all’universale, evocando nuove e coesistenti architetture tra tutto ciò che è esistente e vivente. Il Padiglione ambisce ad essere un punto di partenza per sviluppare riflessioni, nello spazio e nel tempo, circa la sostenibilità, facendolo con responsabilità e consapevolezza.

L’evento ha riscosso anche notevole successo per quanto riguarda la conferenza stampa organizzata il  6 aprile 2023. La direttrice artistica Valentina Buzzi ha infatti accompagnato il nutrito gruppo di giornalisti e reporter, di testate locali coreane e non, in una visita guidata ad hoc del Padiglione. Da sottolineare la presenza di testate giornalistiche non solo del settore, come Eazel e Arts&Culture, ma anche giornali nazionali coreani come il Korea Herald e italiani, quali il Sole 24 Ore.

 

 

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