L’evoluzione del tatuaggio negli ultimi anni racconta la storia di una nuova libertà antropologica, in cui si intrecciano la vita personale e quella sociale. Il corpo tatuato è diventato un confine e un crocevia tra le dimensioni dell’interiorità e dell’esteriorità, tra l’estetica e la rappresentazione di sé. Il tatuaggio è espressione identitaria che si fonda sull’azione materiale, sull’incisione nel corpo e sulla volontà di manipolarlo.
Proprio perché al tatuaggio appartiene un bagaglio culturale importante, risultato di secoli di storia, di evoluzione e di valori, esso può essere considerato un’arte. In questo quadro è stata concepita l’esposizione fotografica “Behind the Ink – Every Tattoo has a story”, parte della decima edizione del festival fotografico Photo Is:Rael, visitabile fino al 3 dicembre presso l’Enav Cultural Center di Tel Aviv.
La mostra collettiva, curata dalla storica e critica dell’arte Micol di Veroli, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv, comprende opere di artisti italiani ed israeliani (Paolo Cenciarelli, Michal Chelbin, Guido Gazzilli, Angelo Marinelli, Roni.Mo e Yael Schachar) che illustrano la varietà del concetto di tatuaggio assunto nei vari ambiti delle culture e sub culture dell’età contemporanea.
La mostra è stata anticipata dal progetto digitale “Tattoo – Storie di inchiostro”, pubblicato sui canali social dell’Istituto Italiano di Cultura di Haifa e condiviso dall’Istituto di Tel Aviv. Attraverso otto appuntamenti digitali, sotto forma di altrettanti post pubblicati sui canali social Facebook e Instagram dell’Istituto di Haifa ogni martedì dal 18 ottobre al 6 dicembre 2022, il progetto porta alla scoperta della storia e della cultura del tatuaggio, dalla sua nascita fino alle attuali contaminazioni con l’arte contemporanea, analizzandone anche i valori socioculturali e antropologici in quanto segno in grado di generare identità. I maestri dell’inchiostro sono ormai considerati a tutti gli effetti artisti di fama internazionale, mentre l’iconografia del tatuaggio contamina le opere d’arte trovando spazio nei musei. In ogni epoca, il tatuaggio ha raccontato storie fatte di inchiostro, a cui l’uomo ha da sempre affidato, spesso in silenzio, in clandestinità, messaggi, valori e credenze che non avrebbe potuto comunicare in altro modo, talvolta per urlare e affermare la propria identità.
La mostra “Behind the ink” è stata inoltre affiancata da alcuni eventi collaterali:
Giovedì 24 novembre, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa si è svolto l’incontro “Il tatuaggio: una forma d’arte in evoluzione” con la curatrice Micol Di Veroli e le artiste Michal Chelbin, Roni.mo e Yael Shachar per approfondire il tema della mostra e riflettere sui diversi usi e funzioni dei tatuaggi quale pratica ancestrale e identitaria e come attuale oggetto di fascino e creazione, esplorando i valori antropologici e sociologici, oltre che la dimensione artistica del tatuaggio. Venerdì 25 novembre, l’Enav Cultural Center di Tel Aviv ha ospitato “Behind the Ink: Talking Tattoos”, una serata per celebrare l’universo del tatuaggio con musica e performance. Un’occasione per conoscere la cultura contemporanea del tatuaggio attraverso la lente dei tatuatori: i più grandi tattoo artists d’Israele – Yasmien Bergner, Noam Yona, Dana Shashu, Katia Briodin, Barak Sebag – hanno svelato i segreti del loro lavoro e presentato i loro migliori tatuaggi.