Come è nata l’idea di un progetto di ricerca e mostra fotografica attorno alle isole del Mediterraneo?
La mostra che si apre oggi a Colonia è nata nel 2020 su richiesta dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, ma, a causa della pandemia, si è potuta inaugurare solo alla fine del 2021. L’esposizione si focalizza su quattro arcipelaghi italiani: quello Toscano, le Egadi, le Eolie e le Pelagie. Il progetto però si estende a tutto il Mediterraneo e, proprio per questa vastità, ha una durata prevista di circa cinquant’anni. Credo che la cosa più bella di questa ricerca è che si è creato, nel tempo, un supporto molto forte, sia con il team giovani architetti e urbanisti che mi hanno affiancata in questo percorso, sia con tutti i sostenitori della campagna di crowdfunding, che ha finanziato la prima stampa dei materiali in esposizione. È come se il progetto, che mi vedeva inizialmente sola, avesse assunto adesso una forma di coralità.
Hai un legame speciale con le isole del Mediterraneo, che ti ha spinta a intraprendere questo lavoro con tanta passione?
Il mare è sempre stato una costante nella mia vita e in esso ho sempre visto non solo il suo lato turistico ma anche l’economia e le forme di produzione ad esso legate. Col tempo la mia passione per il mare si è intensificata imparando ad andare in barca a vela, a leggere le carte nautiche e a capire come funzionano i fondali, la relazione con i fenomeni meteorologici e via dicendo. Ho avuto l’occasione di iniziare a visitare molte isole degli arcipelaghi mediterranei e, di volta in volta, ad approfondire le storie e le peculiarità di ciascuna isola. Più mi informavo, più mi rendevo conto che erano eccezionali storie di relazione sia con il mare che con la terra, con spesso centinaia di anni di attività specifiche ed in tanti casi anche di eccellenze. Penso ad esempio all’estrazione del ferro all’’isola d’Elba, nell’arcipelago Toscano, o alla produzione di tonno a Favignana, nell’arcipelago delle Egadi. Vedendo però che queste storie sono spesso poco conosciute e poco valorizzate, mi è sembrato quasi un dovere morale quello di iniziare a documentare queste realtà, cercando di stimolare delle riflessioni sulle storie e sulle capacità che le popolazioni che le hanno abitate hanno sviluppato nel relazionarsi con territori spesso ostili e isolati.
Quali sono le riflessioni che una mostra come Archipelago vuole stimolare?
Il progetto nasce con l’intento di documentare questa diversità di identità presente in tutti gli arcipelaghi del Mediterraneo per contribuire alla loro valorizzazione. Vuole quindi essere un invito a indagare e riconoscere la ricchezza e la diversità di quelle isole che nel tempo hanno, pur condividendo delle difficoltà, sviluppato conoscenze tradizionali e capacità uniche che devono essere tutelate e valorizzate, mentre il rischio, con la turistificazione stagionale, è di perderle.
Prima di arrivare a Colonia, la mostra ha già viaggiato in altre città all’estero. Qual è stata finora la reazione del pubblico straniero?
Come dicevo la mostra è stata aperta per la prima volta all’istituto di Amburgo, ma grazie alla rete degli Istituti Italiani di Cultura, si è poi spostata prima a Montreal e adesso a Colonia. È stata un’esperienza bellissima quella di questo viaggio di fotografie prima oltreoceano e poi nuovamente in Europa. In ogni occasione ho trovato un pubblico molto interessato e consapevole della ricchezza del nostro patrimonio culturale e naturale.
Corinna Del Bianco è post doctoral researcher e docente in progettazione urbana al Politecnico di Milano. Svolge attività di documentazione e analisi sull’identità culturale dei luoghi, con particolare attenzione alla cultura dell’abitare in ambienti urbani auto-costruiti. Dal 2016 conduce autonomamente ricerche, progetti curatoriali e attività didattica sui temi dell’architettura e del disegno urbano, integrando l’attività di ricerca con reportage fotografici incentrati sui paesaggi culturali locali. È membro fondatore e consigliere della Fondazione Romualdo Del Bianco, dal 1998 dedicata ad attività di dialogo interculturale. Per saperne di più su di lei consultare il suo sito https://www.corinnadelbianco.com/.