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Intervista a Paul Coldwell, artista inglese ospite dell'Istituto Italiano di Cultura di Londra
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Intervista a Paul Coldwell, artista inglese ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra

Categorie: Cultura e creatività -Arti Visive
La sua mostra "Natura Morta and other works" è in esposizione fino al 31 maggio presso la sede dell'Istituto.
Paul Coldwell

La tua produzione artistica è molto diversificata, spaziando dall’incisione alla scultura, dalle opere librarie alle installazioni. Cosa ti attrae di questi campi dell’arte? Hanno qualcosa in comune?

Lavoro attraverso una vasta gamma di media e processi, guidati intuitivamente dalle idee che sto cercando di esplorare. Sono spesso interconnessi in modo che un’idea possa iniziare come scultura ma diventi poi il punto di partenza per una serie di stampe. Il mio lavoro è fatto molto nello spirito del gioco e della curiosità di vedere come riesco a rappresentare le mie idee.

Quali artisti passati e contemporanei ti hanno maggiormente influenzato nel tuo percorso artistico?

Giorgio Morandi ha avuto un’influenza molto particolare e profonda su di me sia per quanto riguarda i suoi soggetti – oggetti insignificanti come scatole, bottiglie e brocche – sia per il metodo lento che usa per portare a compimento un’opera. Anche Marcel Duchamp è stato di grande importanza il suo accento sull’idea di sviluppare uno stile coerente. Più recentemente, la fluidità, il rischio e l’umorismo nel tardo lavoro di Philip Guston sono stati una grande ispirazione.

La natura morta è un soggetto costante del tuo lavoro e il soggetto principale di questa mostra. Cosa vuoi comunicare attraverso di essa? 

L’espressione italiana “Natura Morta” porta con sé la nozione di mortalità e ciò che viene lasciato indietro per rappresentare una vita vissuta. Ha quindi una certa gravitas. Io sono invece attratto dal tipo di natura morta che rappresenta cose molto ordinarie, spesso oggetti di scarso valore, ma con cui condividiamo le nostre vite. Attraverso il mio lavoro spero di creare composizioni che incoraggino lo spettatore a riflettere su queste idee. 

Senti un legame speciale con l’arte e il pubblico italiano?

Ho avuto uno stretto rapporto con la Collezione Estorick per oltre 20 anni, in particolare per la loro collezione di disegni e stampe di Morandi e ho condiviso il mio entusiasmo per queste opere in molte conferenze e saggi di catalogo. Nel 2006 ho lavorato con l’Estorick per la curatela del volume “L’eredità di Morandi: Influenze sull’arte britannica” (2006). Nel 2021 ho esposto le mie opere accanto a quelle di Morandi nella mostra “A still life”: si trattava di una raccolta di stampe, sculture e poesie realizzate durante il blocco pandemico.  Alla luce di queste precedenti esperienze che mi hanno avvicinato alla cultura e all’arte italiana, sono stato molto lieto di essere invitato a mostrare una collezione più ampia delle mie stampe nella splendida cornice dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra.

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