Dopo anni trascorsi a Firenze a studiare presso l’Accademia di Belle Arti, come hai avuto l’idea di partire per la Cina e stabilirti lì?
In realtà è stato un caso, non avevo mai pensato di trasferirmi in Cina prima di quel momento. Il mio ex datore di lavoro dalla Cina si era trasferito a Firenze, dove abitavo, in cerca di artisti disposti a fare un’esperienza di insegnamento nella sua nuova scuola a Dalian, ed io decisi di accettare. Era il 2018, sarebbe dovuto essere un soggiorno di soli 6 mesi, e invece sono ancora qui!
Raccontaci come è stata la tua residenza artistica a Shanghai: quali nuovi stimoli hai ricevuto da questa esperienza?
Zhujiajiao, dove ho vissuto nel periodo della mia residenza artistica, è un villaggio sull’acqua nella periferia di Shanghai, che definirei come una bolla fuori dal tempo. Qui ho trovato la calma e la tranquillità necessarie per entrare in connessione profonda con la natura, che ho cercato di reinterpretare con una pittura che combina la tecnica ad olio con interventi disegnati al cellulare (poi riprodotti anch’essi ad olio sulla tela). Quello che si sente a Zhujiajiao durante il giorno è un alternarsi di rumori e silenzi in armonia tra loro, la stessa alternanza che si avverte quando si è immersi nella natura. Ciò che ho voluto creare in questi dipinti è la sensazione del suono della natura, dagli insetti, del movimento dell’acqua, del rumore delle foglie mentre la luce le attraversa, come un sussurro che può essere sentito solo se si vuole ascoltare. Il progetto è stato promosso da Noneme studio e supportato dal Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, che alla fine della residenza hanno organizzato una mostra a Loft Space a Shanghai, dove abbiamo mostrato i lavori fatti nel periodo di residenza.
Come descriveresti la tua arte? Quali sono i temi a te più cari?
Nei lavori più recenti mi sono interessato soprattutto al concetto di pittura a olio e a come rinnovarlo con altre contaminazioni artistiche. Nei miei lavori cerco spesso di combinare la pittura a olio tradizionale con la pittura digitale realizzata con il cellulare. Direi che si è trattato di una naturale evoluzione del mio percorso artistico, perché da sempre – o meglio, da quando i mezzi digitali me lo permettono – ho rielaborato i miei dipinti sul cellulare, per capire i diversi percorsi possibili di realizzazione: un modo semplice ed utile per capire come trovare il finale migliore per il quadro. Quello che vorrei fare è mostrare il processo creativo che c’è dietro l’opera finale, per questo ho iniziato a trasferire i graffiti digitali sulla tela, dipingendoli ad olio. In questo modo, il processo creativo diventa esso stesso il risultato del lavoro finito. Inoltre, trovo che l’utilizzo del cellulare nella produzione artistica sia un modo per mantenere l’arte al passo con i tempi: io modifico i miei dipinti sullo smartphone proprio come tutti oggi modificano foto e video da condividere sui social. Il cellulare è uno strumento che ormai è entrato nella vita di tutti, artisti compresi.
Ti sei appena trasferito a Suzho per un nuovo lavoro. Di che si tratta? Riesci sempre a ritagliare degli spazi per la tua pittura?
Qui a Suzhuo lavoro in una scuola internazionale dove aiuto studenti a preparare portfolio per entrare nelle università straniere. Ho sempre dovuto conciliare il mio lavoro di insegnamento con il mio lavoro artistico. Fortunatamente ho trovato degli ambienti lavorativi che mi hanno fornito uno studio ed il tempo per portare avanti i miei progetti artistici.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Pensi di rimanere in Cina ancora a lungo, o pianifichi un rientro in patria?
Penso che in questo momento la Cina possa darmi molte opportunità: in città come Shangai o Pechino il mercato dell’arte è molto fiorente, e questo grande dinamismo mi ha permesso in questo ultimo anno di partecipare a diversi progetti e mostre in varie città. La Cina è un paese che mi permette di lavorare e crescere giorno per giorno. Questo sembra scontato ma non lo è: per un artista potersi dedicare al suo lavoro in modo continuo non è affatto facile. Per adesso quindi penso che rimarrò qui per un altro po’ di tempo, e in futuro chissà… Sarebbe bello poter vivere tra la Cina e l’Italia, magari creando un ponte tra queste due realtà.