L’apertura della mostra “ITALIANOS DO BRASIL”, realizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia, presso la sede dell’Assemblea Legislativa dello Stato di San Paolo (Alesp), è stata il palcoscenico di un grande omaggio ai 150 anni dell’immigrazione italiana, lo scorso 11 marzo. Durante una sessione solenne nella Plenaria, diverse autorità italiane e brasiliane hanno ricordato l’importanza dell’immigrazione e i legami che si sono formati tra i due Paesi.
La mostra, aperta al pubblico dal 12 marzo al 10 aprile, racconta la nuova e la vecchia migrazione e i suoi volti attraverso trenta fotografie, un mini-documentario e 15 testi contenenti le loro storie, raccontate anche nel libro “Italiani delle Americhe”, promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero e per le politiche migratorie e adattato appositamente per la mostra. L’esposizione è curata dall’Associazione AKRONOS APS, che ha l’obiettivo di raccontare i principali cambiamenti sociali, politici e ambientali in atto nel mondo attraverso gli strumenti del giornalismo indipendente. I testi sono di Lorenzo Colantoni, i video di Arianna Massimi e le fotografie di Riccardo Venturi, fotoreporter vincitore del World Press Photo.
Il Brasile è uno dei Paesi che hanno accolto il maggior numero di emigranti italiani nella storia. C’è chi dice che sia una “piccola Italia”, visto che conta trenta milioni di brasiliani italo-discendenti. Sono state tre le grandi ondate migratorie provenienti dalla penisola che hanno contribuito a dar forma a un Paese che, in molte sue regioni, aveva ancora bisogno di essere costruito.
Il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo, Lillo Teodoro Guarneri, nel suo intervento durante la cerimonia di apertura solenne, ha evidenziato la necessità per le istituzioni italiane, ma anche quelle brasiliane, di riflettere non solo sul passato, ma soprattutto sul presente e su come rapportarsi con la nuova immigrazione italiana, soprattutto quella dei giovani italiani, che scelgono di venire in Brasile per cercare qui il proprio futuro.
Al suo, sono seguiti anche gli interventi di alcuni rappresentanti di questa nuova tendenza, nonché protagonisti della mostra. La produttrice Giulia Lupo, che vive a San Paolo da sette anni e si occupa di promuovere gli artisti di street art; Giuliano Orlando, italiano di Pompei, una delle città italiane più turistiche, divenuto guida nella capitale San Paolo e oggi uno dei maggiori conoscitori della città e dei suoi segreti; Emmanuele Baldini, violinista dell’Orchestra Sinfonica Statale di San Paolo, che per l’occasione ha eseguito “Odeon”, una composizione del brasiliano Ernesto Nazareth.
Tra i curatori, Arianna Massimi, durante l’inaugurazione, ha raccontato che lavorare al progetto “Italiani delle Americhe”, da cui è nata poi anche la mostra inaugurata a San Paolo, è stato un modo per scoprire cosa significhi veramente il concetto di italianità, con l’essere italiani fuori dall’Italia che diventa uno scoprire le proprie origini in un modo che, per quanto assurdo possa sembrare, in un certo senso, non è possibile quando invece si è nel proprio paese.
Le foto d’epoca dei Gauchos, presenti in mostra, sono invece per Riccardo Venturi una chiara rappresentazione di cosa significhi l’immigrazione nelle terre brasiliane: la formazione di un nuovo popolo, una nuova cultura basata sull’integrazione di elementi della cultura popolare italiana riadattati e rielaborati per creare qualcosa di nuovo.
Il rapporto tra campagna e città è ciò che più colpisce Lorenzo Colantoni: il giornalista fa questo parallelo evidenziando storie distanti tra loro nel tempo e nello spazio. È il caso degli italiani di Nova Veneza che, arrivati in Brasile, si sono trovati da pionieri di fronte a un paese da esplorare, e viceversa il violinista Emmanuele Baldini, che in un contesto completamente differente, metropolitano e cosmopolita, lo ha invitato a un concerto che mescolava la musica classica con caratteristiche italiane, con la visione brasiliana dell’Amazzonia e della foresta. Per Colantoni è straordinario riuscire a trovare delle somiglianze così tra due storie distanti tra loro eppur così vicine.
Tra le autorità intervenute alla cerimonia solenne, che ha preceduto la mostra, c’era André do Prado, presidente dell’Alesp, che, aprendo i lavori, ha sottolineato il contributo dei primi italiani arrivati qui in settori chiave per lo sviluppo dell’economia brasiliana. Paulo Fiorillo, deputato della Camera e proponente dell’omaggio, ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra il Fronte parlamentare italo-brasiliano di Alesp e il Consolato Generale d’Italia a San Paolo per promuovere il dialogo, lo scambio di esperienze e lo sviluppo di politiche pubbliche al fine di rafforzare i legami tra Brasile e Italia.
Alla cerimonia sono intervenuti anche i deputati brasiliani Eduardo Suplicy, Aldo Rabelo, segretario comunale alle Relazioni internazionali e rappresentante del sindaco Ricardo Nunes per l’occasione, nonché Barros Munhoz, Lucas Bove, Mauro Bragato e Donato. Il Console generale d’Italia a San Paolo, Domenico Fornara, ha ringraziato la generosità con cui il Brasile ha accolto, e accoglie tuttora, gli immigrati italiani venuti in cerca di un futuro migliore. Sul palco erano presenti anche gli onorevoli Salvatore Caiata, Fabio Porta e Franco Tirelli, membri della delegazione del governo italiano, che hanno partecipato agli incontri con i deputati brasiliani con l’intento di discutere ed esplorare nuove possibilità di cooperazione bilaterale.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di San Paolo