Lo scorso 18 ottobre, in occasione dell’apertura della Settimana della Lingua italiana a Dakar, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Una infinita attesa dell’alba” di Flaminia Mantegazza, a cura di Giovanna dalla Chiesa, presentata in collaborazione con la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’Istituto Italiano di Cultura di Dakar ha ospitato la prima tappa della mostra dell’artista italo-brasiliana, che presenta una selezione di opere, realizzate tra il 2007 e il 2023, caratterizzate dal riutilizzo creativo di giornali, riviste e carta. Dalle tecniche di realizzazione delle opere fino alle tematiche proposte nel percorso espositivo, l’artista invita a una riflessione sul pianeta e le sue risorse, e sulla relazione tra uomo e natura.
Come ha spiegato, infatti, la curatrice della mostra:
“Gli artisti, da molto tempo, in ogni parte del mondo, danno il loro contributo. Quello di Flaminia Mantegazza consiste in un lavoro di riutilizzazione della carta, uno degli infiniti benefìci che gli alberi – i primi a essere costantemente oltraggiati – ci hanno elargito. La paziente lentezza con cui, tassello dopo tassello, prendono forma i suoi mosaici, reca testimonianza – nell’assoluta gratuità di un atto che è quasi una meditazione – della vigile coscienza che dobbiamo allo scorrere della vita e del tempo dentro di noi.”
Oltre 200 persone hanno partecipato all’evento di inaugurazione, che si è svolto in presenza dell’artista stessa, aperto dai saluti dell’Ambasciatore De Vito e accompagnato dalle note dal concerto di El Hadji Kora, Ibou Calabasse et Federico Putelli Abdou Mbacke.
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Flaminia Mantegazza si è formata tra Rio de Janeiro, dove si è laureata in Economia e Storia, e Roma. In Italia ha riscoperto la passione per l’arte, che aveva intrapreso alla Scuola di Arti Visive Parque Lage di Rio. Sul finire degli Anni Novanta, comincia a manipolare la carta di rotocalchi e giornali con grande versatilità e ne fa il materiale privilegiato del proprio lavoro (bassorilievi a parete, sculture, grandi installazioni), accompagnandolo con colori acrilici di timbro netto e brillante.
Ha esposto con regolarità, realizzando mostre in Italia e all’estero (Istanbul, Atene, Londra, Mosca) e ha sviluppato progetti installativi urbanistico-ambientali anche di grande portata, come quello permanente del Museo MUST di Faenza.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Dakar