Lo scorso 15 gennaio sono state inaugurate a Tunisi una serie di iniziative, sostenute dall’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi e, tra gli altri, dall’Ambasciata Svizzera in Tunisia e dalla Fondazione Le Corbusier, che mirano a valorizzare un gioiello architettonico unico sulle rive del Mediterraneo: Villa Baizeau, progettata dall’architetto e urbanista svizzero, naturalizzato francese, Le Corbusier e dal suo collaboratore, l’architetto e designer svizzero Pierre Jeanneret. L’intento è quello di promuovere un’opera architettonica unica, esplorarne criticamente la particolarità, offrendo un quadro il più completo possibile degli eventi che portarono alla sua realizzazione.
Costruita tra il 1928 e il 1930 sulla collina di Sainte Monique a Cartagine su ordine di Lucien Baizeau, imprenditore di lavori pubblici a Tunisi, Villa Baizeau è considerata l’unico progetto architettonico di Le Corbusier realizzato in Africa. Integrata dopo l’indipendenza nel patrimonio statale tunisino per via della sua vicinanza al palazzo presidenziale, l’opera è ora al centro di un evento culturale multidisciplinare, che proseguirà sino al 15 maggio.
Il programma si è aperto con una mostra di architettura allo Spazio 32Bis e una di arte contemporanea a Sainte Monique Ihec. La mostra “Attualità dell’architettura semplice” e il suo catalogo sono state curate dallo storico dell’architettura Roberto Gargiani, professore emerito all’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne. L’evento ha visto il coinvolgimento di storici, teorici e studiosi di architettura della nuova generazione, per un’occasione di incontro con studenti e docenti della Scuola di Architettura e Urbanismo di Tunisi (Enau). Con lui la professoressa Anna Rosellini, che ha condotto ricerche su Villa Baizeau presso gli archivi della Fondation Le Corbusier a Parigi e scritto un saggio per il catalogo, ha animato una conferenza durante le giornate di studio.
La mostra si propone di attirare l’attenzione del pubblico su questa “villa storica di grande valore che ha bisogno di essere resa visibile”, per poter “riapprendere i principi essenziali di un’architettura semplice e universale che quest’opera, compatta ma prestigiosa, di Cartagine è capace ancora oggi di trasmettere al mondo”.
La mostra d’arte contemporanea dal titolo “Restano solo le rovine” è ispirata alla cornice architettonica che circonda la villa. Le curatrici, Myriam Ben Salah e Aziza Harmel, hanno invitato diversi artisti a proporre opere che abbiano affrontato direttamente le particolarità di Villa Baizeau e le questioni sollevate da questo oggetto architettonico: l’inaccessibilità del suo sito e la sua particolarità nella carriera di Le Corbusier. Così, l’unica villa del grande architetto in Africa è diventata “un’occasione di scambi culturali che riguardano tutti i Paesi del Mediterraneo, per riflettere sulle sfide delle nostre società e immaginare il futuro dei nostri modi di vivere”.
Oltre al convegno internazionale “Dettagli sull’edilizia collettiva contemporanea”, che ha riunito diverse personalità del mondo dell’architettura, dal 16 al 19 gennaio si è svolta una programmazione parallela che ha compreso passeggiate architettoniche, visite guidate nei quartieri “modernisti” di Tunisi e laboratori rivolti ai giovani, mirati a valorizzare l’eredità lasciata da Le Corbusier.
Le Corbusier, figura emblematica dell’architettura del XX secolo, ha lasciato un’eredità complessa e innovativa. Il suo universo, spesso descritto come “inesprimibile”, trascende le parole convenzionali per esprimere una visione d’avanguardia che pone al centro funzionalità, semplicità e armonia.
Il catalogo della mostra, curato da Gargiani, è la prima opera ad occuparsi di Villa Baizeau e del suo contesto. Il lavoro è strutturato attorno a due prospettive analitiche complementari. La prima è dedicata alla storia di Villa Baizeau, permettendoci di comprenderne ragioni e significati, genesi, importanza teorica, il ruolo della committenza, anche con l’obiettivo di raccogliere le conoscenze necessarie al suo restauro come architettura fondamentale del XX secolo. La seconda è aperta ad alcuni dei più grandi protagonisti dell’architettura odierna e rientra nella strategia culturale di Le Corbusier, che seppe sempre riconsiderare le sue opere alla luce dei fenomeni contemporanei, anche attraverso manipolazioni grafiche, piani invertiti e fotografie rovesciate, per scoprirne le insospettate potenzialità.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Tunisi