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Le iniziative della rete estera in occasione del Giorno della Memoria
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Le iniziative della rete estera in occasione del Giorno della Memoria

Categorie: Cultura e creatività -Storia e attualità
Lungometraggi, documentari, mostre, incontri e spettacoli in tutto il mondo: l'impegno della Farnesina a mantenere viva la testimonianza della Shoah.
Giornata della Memoria ©Dario Jacopo Laganà (8)

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale partecipa alle celebrazioni 2024 del Giorno della Memoria attraverso un ampio programma di iniziative che coinvolge la rete delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti Italiani di Cultura.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, per ricordare tutte le vittime della Shoah, affinchè quello che è successo non debba mai più ripetersi.

Il 29 gennaio, ha avuto luogo presso la Casa della Comunità Ebraica (Jüdisches Gemeindehaus zu Berlin) della Fasanenstraße 76 nel centralissimo quartiere di Charlottenburg, l’evento “Salvezza all’ultimo istante,” progettato e organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Berlino con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Berlino, in collaborazione con la Comunità Ebraica. L’evento si è svolto in una sede di alto valore simbolico: sul luogo dove sorgeva la grande sinagoga distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, la Casa della Comunità Ebraica inaugurata nel 1959 ha segnato l’inizio di una nuova vita ebraica nella capitale tedesca. Alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia Armando Varricchio, la serata è stata inaugurata dal referente culturale della Jüdische Gemeinde zu Berlin, Hendrik Kosche che ha sottolineato il valore della lunga e fruttuosa collaborazione con l’Istituto e l’importanza dell’evento anche alla luce del crescente antisemitismo che si registra nella stessa capitale tedesca. La Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, Prof.ssa Maria Carolina Foi, ha ringraziato a sua volta la Comunità e ricordato come da una conversazione con Giulio Busi e Silvana Greco fosse nata l’idea di raccontare storie di ebrei italiani durante l’occupazione tedesca, sfuggiti quasi miracolosamente alla deportazione nazista. Ringraziandoli, ha dato poi la parola a Silvana Greco, Giulio Busi e Luca Lombardi che hanno introdotto il progetto “Salvezza all’ultimo istante”, una serie di letture e riflessioni musicali.

Martedì 30 gennaio, l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest ha presentato lo spettacolo teatrale “Il Bradipo e la Carpa” della Compagnia Carnevale diretto e scritto da Antonio Carnevale. Si tratta di un adattamento per la scena del libro del giornalista Roberto Quartarone “Due eroi in panchina” edito da InContropiede. La rappresentazione ha avuto luogo presso la Sala Federico Fellini dell’Istituto Italiano di Cultura in lingua italiana con sopratitoli in ungherese. Géza Kertész e István Tóth Potya, due grandi amici, hanno giocato insieme sui campi di calcio sterrati di inizio Novecento, vestendo anche la maglia del Ferencváros. István Tóth Potya, uno dei grandi nomi del club biancoverde, era soprannominato “la Carpa”, mentre Géza Kertész era soprannominato “il Bradipo” poiché era lento nei movimenti, anche se era un calciatore esperto e capace di ricoprire più ruoli. Successivamente i due magiari, quali esponenti della rinomata “Scuola ungherese”, si sono ritrovati come allenatori in Italia: Kertész, sulle panchine di Catania, Atalanta, Lazio e Roma, Tóth Potya su quelle di Triestina e Inter. L’amicizia si consolida nei mesi della resistenza ungherese al nazismo – durante la quale contribuiscono a salvare la vita di decine di perseguitati politici ed ebrei – e dura fino all’ultimo istante della loro vita, quando caddero da eroi, fucilati dai nazisti nel Castello di Budapest ai primi di febbraio del 1945. Avvalendosi di differenti registri, dal comico al tragico, lo spettacolo ,attraverso i due personaggi, fa divertire e riflettere il pubblico portando in scena una storia di amicizia, di amore per l’Italia, di coraggio e lealtà alla propria Patria e al proprio onore, all’ombra del delirio della Seconda Guerra Mondiale.
La Compagnia Carnevale nasce nel 2016. Nel 2018 porta in scena per la prima volta Il Bradipo e la Carpa che, con oltre 150 repliche in Italia, ha ottenuto numerosi riconoscimenti.

Lo scorso 25 gennaio, l’Istituto Italiano di Cultura di New York ha organizzato, in collaborazione con il Centro Primo Levi, la presentazione del libro Lost Bread di Edith Bruck. Edith Bruck è sopravissuta alla deportazione ad Auschwitz e in altri campi tedeschi. Dopo la guerra, dal 1948 è vissuta in Israele, ma nel 1954 ha deciso di trasferirsi in Italia, facendone la patria adottiva della sua vita e della sua scrittura. Scegliendo una lingua non sua – come l’italiano –  Edith Bruck ha espresso il difficile rapporto di prossimità e insieme di distanza che la lega alla memoria della deportazione. In dialogo con il Direttore, Fabio Finotti, la docente americana, Gabriella Romani, ha presentato la tradizione americana del Pane perduto (finalista nel 2021 del Premio Strega). Lost Bread è appena uscito negli USA, –  tradotto dalla stessa Gabriella Romani e da David Yanoff – e possiede una forza emotiva straordinaria . La presentazione della traduzione sarà accompagnata da una testimonianza video della Bruck.

Il 26 gennaio, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia a Tokyo, Gianluigi Benedetti, si è tenuto un incontro con Francesca Levi, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, la quale ha recentemente pubblicato il diario del padre Guido, scampato da bambino alla deportazione con la fuga in Svizzera.
L’evento è stato introdotto da un discorso della Direttrice dell’Istituto, Silvana De Maio, che ha sottolineato l’importanza della memoria degli eventi drammatici del passato come valore fondamentale con il quale costruire il futuro. Francesca Levi ha poi condiviso le vicende, che l’hanno portata a riscoprire e dare alle stampe il diario del padre, mentre la curatrice Manuela De Leonardis ha raccontato lo sviluppo del progetto editoriale. La serata è proseguita con la lettura della traduzione giapponese del diario, accompagnata dalla proiezione delle immagini, appositamente create dall’artista Giusy Lauriola, e si è conclusa con una sessione di domande. Il pubblico giapponese è rimasto colpito dalle parole di Guido Levi, che aggiungono un tassello interessante alla letteratura attorno all’olocausto.

L’Ambasciata d’Italia a Pechino e lIstituto Italiano di Cultura di Pechino hanno invece organizzato il concerto “Un Gran Violino a Cinque Corde per il Suono della Memoria” del Gran Duo Italiano, formato da Mauro Tortorelli (Gran Violino a Cinque Corde) e Angela Meluso (Pianoforte), che hanno eseguito un programma – specificamente preparato per questa occasione – che ha presentato musiche, in alcuni casi in prima esecuzione, di compositori italiani di origine ebraiche, quali Castelnuovo-Tedesco, Fano, Massarani, Rieti e Sinigaglia. Importante partecipazione di pubblico, formato anche che da esponenti della comunità Ebraica di Pechino, incluso l’Ambasciatore di Israele in Cina, Irit ben Abba, che si e’ particolarmente congratulata per questa iniziativa “toccante e coinvolgente”. L’apprezzatissimo Gran Duo italiano ha portato in Cina per la prima volta non solo il Gran Violino a Cinque Corde – costruito ad hoc per Mauro Tortorelli dalla liuteria Jonica Corrado – ma anche un repertorio di maestri dell’arte violinistica italiana, fra Otto e Novecento, riscoperti grazie a un prezioso lavoro di ricerca musicologica.

 

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Giorno della Memoria – “Lost Bread” by Edith Bruck, presentazione libro
“Lost Bread” by Edith Bruck

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