Nell’ambito della Giornata del Contemporaneo 2023, sabato 11 novembre, si è tenuta, presso il museo delle Maschere e delle Marionette a Ubud (Bali), l’inaugurazione di Quote Celesti, mostra personale dell’artista italiano Maurizio Vetrugno, intervistato dal curatore Michele Bertolino sulla sua opera e sull’influenza dell’ambiente asiatico e balinese nelle sue pratiche artistiche. La mostra è stata organizzata dalla fondazione Kayu Lucie Fontaine, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Jakarta, e sarà aperta fino al 31 dicembre, per poi essere esposta presso la sala polivalente dell’Istituto Italiano di Cultura.
Nella personale di Ubud l’artista espone trenta maschere che fanno parte della serie ‘Quote Celesti’, realizzate in collaborazione con maestri mascherai di lunga tradizione balinese, un tappeto, fatto a mano dai maestri tessitori indonesiani, dal titolo ‘Carpet Diem’, raffigurazione di una veduta aerea dell’area intorno a Casablanca, in Marocco. Vetrugno ha scattato una foto anni fa, realizzando prima un piccolo ricamo e poi un tappeto molto più grande (circa 3×4 metri), che serva a simboleggiare una storia “ perchè ogni storia ha un suo paesaggio e ognuno di noi ha bisogno del proprio posto: chiamiamolo ngayah, serendipità o libertà. Solidarietà”.
Sulla presenza delle maschere il curatore Michele Bertolino sottolinea: “Quote Celesti ospita una trentina di maschere che eseguono una coreografia di identità disperse, che allude a una genealogia collettiva e rivela la nostra caduta: siamo insieme in questo. Agiscono con i loro sguardi muti, lasciando spazio all’immaginazione: come sarei se indossassi qualcuna di quelle soggettività? Spietati, nascono da una ricerca fallita, affermando che una genealogia è sempre incompleta, quindi falsa. Eppure ci tentano con la loro pelle lucida. Betty Page – ritratta nei ricami – ci invita, mostrando una spalla nuda: liberiamoci di te/affondo in piscina con me. Siamo simili”.
Completano la mostra sei quadri ricamati in seta con il punto lanciato, realizzati artigianalmente da maestranze del Laos, e alcune maschere tradizionali balinesi dalla collezione della Casa delle Maschere e delle Marionette Setia Darma.
Sull’utilizzo del ricamo, come tecnica riproduttiva dei suoi quadri, Vetrugno parla della scelta di una tecnica che, sia a colori sia in bianco e nero, mostra una qualità mimetica interessante conferendo alle opera un carattere tridimensionale voluto. “Quote Celesti” continua le indagini di Vetrugno sulle pratiche occidentali e orientali attraverso quello che lui chiama “ il flusso di coscienza di immagini e ritagli di parole”. Come un direttore d’orchestra, l’artista dirige elementi, tecniche arcaiche e oggetti provenienti da culture diverse per creare opere che suggeriscono nuovi significati e valori. La mostra è accompagnata da uno scambio di e-mail tra Vetrugno e il collega artista Charles Ray e un estratto dal testo “Our Crumbles Rest Among Trees of Lust, Rivers of Tears, Flowers of Memories”, scritto dal curatore italiano Michele Bertolino su invito di un dipendente di Kayu.
All’inaugurazione sono intervenuti molto esponenti del mondo artistico e culturale balinese, oltre a un folto pubblico.
Maurizio Vetrugno, che vive e lavora tra Bali e Torino, nella sua arte fonde elementi occidentali e orientali, tecniche arcaiche e oggetti per originare nuovi significati e valori, in un flusso di coscienza fatto di immagini e parole. A Bologna frequenta il DAMS e co-fonda la Galleria Neon, in cui si sono tenute le sue prime mostre. La sua ricerca artistica concettuale si muove liberamente tra pittura e moda, combinando tecniche tradizionali, come il ricamo e il batik, con tendenze pop, beat e punk. L’interesse per la musica e la filosofia lo ha portato a sperimentare sofisticate forme d’arte ibride come installazioni sonore interattive e fotografia.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Jakarta