Il 4 maggio si è tenuto all’Istituto Italiano di Cultura di Praga l’incontro con lo scrittore Davide Enia, in occasione della traduzione in lingua ceca del suo romanzo “Così in Terra”.
E’ la prima volta che ti capita di collaborare con un Istituto Italiano di Cultura? Come è stata questa esperienza?
No, ho già collaborato diverse volte con Istituti di cultura italiana e mi piacerebbe continuare a farlo in maniera più intensiva. A Praga sono stato benissimo, accolto anche dai primi giorni estivi di una città che si è offerta a me con la grazia di chi incontra il primo sole caldo dell’anno. E poi la birra è ottima e la compagnia deliziosa.
“Così in terra”, edito nel 2012, è il tuo primo romanzo. Pensi di aver riversato in questo libro tutti – o quasi – i temi che ti sono più a cuore e che toccano la tua gente e la tua città?
No, perché il romanzo non è mai un universo combinatorio, né io ho l’ambizione di sviscerare le possibili contraddizioni da cui sono afflitto come essere umano in un’unica opera. Inoltre durante la stesura mi affido alla voce dei personaggi, recupero nella mia memoria parole che mi dissero, situazioni che mi raccontarono o di cui fui testimone, e assieme ai miei personaggi scopriamo i confini del perimetro entro il quale il romanzo esiste e come un mosaico viene lavorato.
Il libro racconta la storia di Davide, un giovane pugile figlio di un ex campione, che mette tutto se stesso nell’inseguimento della gloria sportiva. Da dove viene l’ispirazione per la scelta di questo protagonista?
Il protagonista di me ha il nome, l’età, la biografia, la bellezza e gli occhi verdi. Il resto è scrittura.
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Scrittore, regista e attore di opere teatrali e radiofoniche, Davide Enia (1974) ha ottenuto vari premi teatrali e letterari, come il Premio UBU, il Premio E.T.I, il premio Mondello. Così in terra (2012), il suo primo romanzo, è stato tradotto in più di venti lingue.