Martedì 6 dicembre l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen ha inaugurato “Senza Confini. Fotografie dall’archivio della vita“, una mostra fotografica dedicata a uno dei più importanti esponenti del fotogiornalismo italiano ed europeo, Mario Dondero. La mostra è stata curata dalla Fototeca di Fermo, città in cui Dondero ha trascorso i suoi ultimi anni, fino alla sua scomparsa nel 2015. Nato a Milano nel 1928, a soli 16 anni Dondero diventa partigiano nella Val d’Ossola, sposando una passione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita: la politica. Ancora giovanissimo si avvicina al giornalismo, prima scritto e poi fotografico, facendosi testimone attento e acuto di 7 decenni di storia .
Le 50 fotografie esposte a Copenaghen- alcune delle quali inedite – sono state scattate fra il 1954 e il 2011, immortalando i personaggi e i momenti storici salienti di quegli anni. Lo spettatore, seguendo il percorso espositivo, si troverà così trasportato nei grandi viaggi del fotoreporter – l’Africa, Cuba, il lavoro di Emergency in Afghanistan, la Russia; verrà portato in Portogallo durante il regime di Salazar, e in Irlanda durante gli scontri civili; assisterà alle emigrazioni di massa dal sud al nord dell’Italia, e alle manifestazioni politiche del 1968. E poi si troverà faccia a faccia con i volti della storia, conosciuti e sconosciuti: da contadini e gente del popolo ad artisti, attori e intellettuali come Pierpaolo Pasolini, Vittorio Gasmann, Eugène Ionesco, Francis Bacon, Glenda Jacksoncon, Samuel Beckett e i protagonisti del Nouveau Roman.
Dalle foto di Dondero emergono chiari i tratti distintivi dell’opera e della personalità dell’autore: l’essenzialità delle composizioni, l’assenza di effetti speciali, ed una spontanea empatia/simpatia verso l’essere umano, dal più umile al più noto. Nelle sue foto Dondero non manca mai di dimostrare il suo convincimento più profondo:
Non è che a me le persone interessino per fotografarle, mi interessano perché esistono. Diversamente, il fotogiornalismo sarebbe soltanto una sequenza di scatti senz’anima.