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"Macchine di Pace” a Belgrado
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“Macchine di Pace” a Belgrado

Categorie: Cultura e creatività -Archeologia e Patrimonio
La mostra traccia un percorso attraverso immagini, suoni, colori e suggestioni di quattro tra le più antiche feste della tradizione mediterranea.
photo credit Igor Jankovki (5)

È ripartita lo scorso 8 marzo dall’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado la mostra-installazione “Machines for Peace-Macchine di Pace”, proposta dalla Rete delle feste delle grandi Macchine a spalla italiane, Patrimonio UNESCO dal 2013.

La mostra, alla sua terza tappa dopo l’esposizione al Bethlehem Peace Center e nella Cappella Barocca del complesso dell’Ambasciata d’Italia a Praga, è sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e gode del patrocinio del Dicastero, di quello della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado, dei Comuni, le Arcidiocesi e le Diocesi delle città di Viterbo, Sassari, Nola e Palmi. È promossa dalla Rete su idea, progetto e coordinamento scientifico di Patrizia Nardi ed è un progetto condiviso con l’ICPI – Istituto Centrale del Patrimonio Culturale Immateriale del Ministero della Cultura.

La mostra è stata realizzata nella capitale serba in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e traccia un percorso attraverso immagini, suoni, colori e suggestioni di quattro tra le più antiche feste della tradizione mediterranea: il Trasporto della Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Varia di Palmi in Calabria, la Faradda dei Candelieri di Sassari e la Festa dei Gigli di Nola. Per celebrare i primi dieci anni del riconoscimento UNESCO la Rete declina, peraltro, temi particolarmente importanti e di grande attualità: la pace, tra gli obiettivi della Strategia di Medio Termine 2022-2029 dell’UNESCO in un momento particolarmente difficile e, in occasione dell’8 marzo – Giornata Internazionale della Donna, la parità di genere come obiettivo comune per sensibilizzare sui diritti, il benessere e la sicurezza delle donne nel mondo.

Un’installazione di arte visiva contemporanea racconta, attraverso i film “Un patrimonio sulle spalle” e “Il nostro tempo infinito e sospeso” del regista ed etnomusicologo Francesco De Melis, tradizioni ed emozioni in un’opera visiva costantemente in dialogo con la “materialità” delle feste, attraverso gli splendidi costumi delle comunità festive e una delle testa-scultura del progetto “Simulacrum” di Giuseppe Fata, artista contemporaneo che ha realizzato per la mostra “Announcement of Peace”.

Si è svolto inoltre un incontro coordinato dal Prof. Giorgio Andrian della Venice International University (VIU) sul tema della diplomazia culturale, allo scopo di creare reti di scambio e di divulgazione tanto dei patrimoni UNESCO, quanto della Convenzione 2003 per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che ha compiuto i suoi primi vent’anni di attuazione.

Dopo i saluti di benvenuto da parte del direttore dell’Istituto, Roberto Cincotta, sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia Luca Gori, l’assessore alla Cultura del Comune di Belgrado Nataša Mihailović Vacić, la curatrice della mostra Patrizia Nardi, esperta internazionale di candidature UNESCO, il dott. Giancarlo Martinengo, consigliere in delega del Comune di Viterbo che ha rappresentato i soggetti istituzionali della Rete e il prof. Giorgio Andrian della Venice International University, il quale ha coordinato un incontro sul tema della diplomazia culturale con il coinvolgimento di esperti serbi. Sono intervenuti al dibattito gli ospiti italiani, le comunità della Rete riunite in GRAMAS e il presidente della Fondazione Festa dei Gigli di Nola.  L’obiettivo del progetto Macchine di Pace – Machines for Peace, relativamente alla creazione di reti di scambio e di divulgazione tanto dei patrimoni UNESCO quanto dei temi della Convenzione 2003 per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale – che ha compiuto i suoi primi vent’anni di attuazione – è stato abbondantemente raggiunto.

Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Belgrado

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