Presso l’Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, lo scorso 14 dicembre si è tenuto il concerto proposto dal duo Fantafolk, composto da Andrea Pisu e Vanni Masala, nel distretto di Kudan Minami a Chiyoda, una delle municipalità di Tokyo, per la nona serata della serie dei “Concerti di Tokyo Kudan Minami”, rassegna che propone appuntamenti con grandi interpreti italiani. Andrea Pisu alle launeddas e Vanni Masala all’organetto propongono un viaggio nella tradizione musicale sarda, con melodie del repertorio religioso delle launeddas e una rassegna di danze, che attraversa le diverse regioni dell’isola, dal Campidano al Barigadu, dal Marghine alla Barbagia, dal Logudoro alla Baronia al Sarrabus.
La musica tradizionale sarda si divide in due sottogruppi: cantata e strumentale. Grazie a una lunga tradizione, la Sardegna possiede ancora oggi un patrimonio particolarmente ricco di melodie e di canti, che si differenziano e si caratterizzano per ogni regione dell’isola. Tra gli strumenti sardi sono di primaria importanza le launeddas.
Si tratta di uno strumento a fiato tricalamo risalente all’età nuragica (dal diciannovesimo al terzo secolo a.C.), molto diffuso ancora oggi e impiegato in processioni, concerti e serate di balli. La particolarità dello strumento è quella di essere suonato mediante la tecnica del “fiato continuo” o “respirazione circolare” (soffiando con la bocca ed inspirando contemporaneamente con il naso), che permette la continuità del suono, senza pause. Lo strumento, che conserva dopo più di tremila anni la sua struttura originaria, è formato da tre canne di diversa lunghezza, una lunga, detta “basciu” o “tumbu”, che produce la nota grave fissa, una seconda canna lunga circa la metà, detta “mancosa” (suonata con la mano sinistra) legata al basso con spago impeciato, ed una terza poco più corta di questa, detta “mancosedda” (suonata con la mano destra), che produce le note più acute; la mancosa e la mancosedda sono dotate di quattro fori rettangolari digitabili e di uno più grande (libero e non digitabile) chiamato “arrefinu”. La tecnica utilizzata per suonare le launeddas è molto complessa e richiede dedizione e allenamento costante. Il Sarrabus, soprattutto con il paese di Villaputzu, vanta ancora una scuola di riconosciuti maestri, custodi di un ricco repertorio e esperti nelle tecniche costruttive dello strumento.
Diffusissimo in Sardegna è anche l’uso dell’organetto diatonico (“organittu” o “su sonu”), una piccola fisarmonica utilizzata per accompagnare il canto e il ballo, che dai primi anni del Novecento viene impiegato in quasi tutti i repertori musicali della Sardegna. La particolarità dello strumento è quella di produrre per ogni tasto di forma rotonda due suoni, seguendo la logica della scala diatonica. L’organetto è lo strumento principe per eseguire i balli, e in particolare è amatissimo per “su ballu tundu”, il ballo tondo, il cui nome riporta l’immagine stessa dei ballerini, riuniti in cerchio.
Per maggiori informazioni: Istituto Italiano di Cultura di Tokyo