L’Istituto Italiano di Cultura di Montréal inaugura il 23 marzo un percorso espositivo dedicato alla pittura di Sandra Morellato.
Sandra Morellato si aggira tra i coriandoli e le storture di un’epoca senza sogni.
La anima una sola e immutata attitudine: l’ingenuità bambina di chi vede il mondo senza malizia e lo disegna sempre più bello e più vivo di quanto ci appaia.
Un po’ come “Minnie la Candida” di Massimo Bontempelli.
Bisogna, non a caso, ritornare a Bontempelli e agli inizi del secolo scorso per trovare una freschezza pittorica che è ancora possibile all’epoca delle prime avanguardie ma diviene sorpassata nel momento stesso in cui la pittura vuole farsi cerebrale e politica.
Nei quadri di Morellato un incanto naive e quasi orfico si fonde al gesto veloce e “fauve” di matissiana memoria.
E poi c’è il nudo, ovviamente, un nudo massiccio, michelangiolesco e quindi maschio, ma anche – e quasi per paradosso – avvolgente e morbido.
Si tratta di un nudo che è dunque contrario a quella tradizione avvilente, vampiresca, angosciosa che va da Edvard Munch a Lucien Freud, fino ovviamente alle visioni orrorose di Francis Bacon.
I mali del mondo non spaventano Sandra Morellato; la pittrice pare non ignorarli, ma li lascia volentieri fuori dalla porta.
Nata a Montréal, Sandra ha trascorso estati memorabili viaggiando in Italia, dove si è innamorata della meravigliosa architettura e dei paesaggi della regione natale dei suoi genitori, il Veneto.
Laureata alla McGill University’s School of Architecture, ha lavorato per diversi anni nel campo dell’architettura e dell’interior design.
Le sue opere sono state esposte all’ Art Basel in Florida, al Dallas Contemporary, a Montréal e a Québec City.
Maggiori informazioni su: iicmontreal.esteri.it.