Dopo l’Argentina, sono state Philadelphia e New York le due città americane toccate in gennaio dal progetto “Dante nei cinque continenti“, con lo spettacolo “fedeli d’Amore” e altri eventi creati per dare voce al Sommo Poeta e comprovare l’universalità del suo racconto. L’iniziativa, a cura di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, è stata presentata negli Stati Uniti con il supporto del Ministero della Cultura e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, ATER Fondazione, Regione Emilia-Romagna, University of Pennsylvania,Teatro delle Albe/Ravenna Teatro; in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Philadelphia e a New York, Com.It.Es, Italian and American Playwrights Project e Casa Italiana Zerilli Marimò NYU.
A Philadelphia lo spettacolo ha debuttato al Prince Theatre, prestigioso teatro dell’Annenberg Center for the Performing Arts (Penn Live Arts) della University of Pennsylvania (20-21 gennaio). Martinelli e Montanari saranno anche ospiti del Dipartimento di Italianistica dell’Università per una serie di lezioni e seminari su Dante e la poetica della Compagnia, oltre che per un incontro pubblico all’Annenberg Center (19 gennaio).
A New York Martinelli e Montanari, oltre allo spettacolo fedeli d’Amore e a un laboratorio a tema dantesco a La MaMa Theatre – uno dei palchi più importanti per la sperimentazione e l’avanguardia nel teatro contemporaneo internazionale – hanno portato incontri e proiezioni all’Istituto italiano di Cultura e a Casa Italiana Zerilli Marimò/NYU.
“La prima settimana passata a Philadelphia è stata ricchissima ed emozionante – raccontano i due direttori artistici – ed è trascorsa tra workshop, incontri e un’unione profonda con il pubblico attraverso le due serate di fedeli d’Amore”. Un’esperienza raccontata anche da Mauro Calcagno in un’intervista su Penn Today, in cui il professore ha affermato: “È stata una pratica immersiva. Quando sei in uno degli spettacoli delle Albe ti ritrovi in un altro mondo: loro non si limitano a mettere in scena un’opera o a leggere a voce alta un testo che conosci, ma fanno davvero qualcosa di speciale”.