E’ stata inaugurata lo scorso 21 marzo, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montreal, la mostra “Wooden Diamonds Cultura dell’Olivo e resilienza collettiva”, un racconto fotografico in tre atti di Filippo Ferraro. L’artista si interroga sul rapporto degli esseri umani con l’ambiente e su come questo definisca l’identità del singolo e collettiva. Il progetto ricerca il rapporto che unisce la popolazione del Salento ai suoi ulivi: in che modo questo legame permette loro di (ri)definirsi come collettività?
In questo progetto fotografico in 3 atti, il giovane fotografo ha voluto raccontare come la popolazione salentina ha affrontato l’abbattimento di quasi 20 milioni di ulivi a causa del batterio killer Xylella fastidiosa, che ha distrutto dal 2013 quasi 700.000 ettari di territorio.
Con il titolo iniziale Lost Roots, Ferraro voleva documentare le radici perdute a causa del disastro. Questa perdita ha coinvolto i contadini della zona e le vite degli ulivi, alcuni millenari, fondamentali per l’economia della regione e radicati nelle tradizioni e nella cultura locale.
ATTO I: IL DISASTRO – Dal 2013 un batterio killer, la Xylella fastidiosa, ha distrutto 700.000 ettari e ha abbattuto quasi 20 milioni di ulivi nel Salento, nella Puglia meridionale. Questo disastro, ecologico ed economico, ha interrotto il legame ancestrale tra le popolazioni locali, gli ulivi e il territorio. Data la centralità del loro ruolo nel paesaggio e nella cultura dell’Italia meridionale, la morte degli ulivi segna la perdita di un’identità condivisa, di un patrimonio e di tradizioni secolari.
ATTO II: LA SPERANZA – Da allora la ricerca ha compiuto rapidi progressi. Sono state scoperte nuove varietà di ulivi resistenti alla Xylella fastidiosa, che sono state ripiantate. Il legno d’ulivo degli alberi centenari affetti dal batterio viene lavorato e venduto per contribuire agli sforzi di riforestazione.
ATTO III: RINASCITA – Nonostante le difficoltà, la popolazione del Salento ha dimostrato un’eccezionale resilienza. Gli alberi di ulivo vengono ripiantati per ricreare il paesaggio devastato e, oltre ogni previsione, l’olivicoltura sta lentamente rinascendo portando avanti le tradizioni e la storia del Salento.
“Wooden Diamonds” è la storia di una comunità che ha perso le proprie radici per colpa di un batterio distruttivo, ma che contemporaneamente cerca di ricostruire il proprio caro paesaggio, ormai ferito, ripartendo da un nuovo albero d’ulivo alla volta.
Filippo Ferraro è un fotografo documentarista italiano. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, ha deciso di dedicarsi totalmente alla fotografia. I suoi soggetti sono principalmente legati alla relazione tra essere umano e ambiente circostante nell’era del cambiamento climatico, con un’attenzione particolare a tutte le questioni relative all’identità culturale collettiva. I suoi lavori sono stati esposti e proiettati in vari Paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Canada, India, Colombia e Sud Africa.
La mostra resterà aperta presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montreal fino al 17 maggio 2024.