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Bilinguismo #3. Svizzera: la straordinaria normalità del plurilinguismo
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Bilinguismo #3. Svizzera: la straordinaria normalità del plurilinguismo

Categorie: Lingua e formazione

Le strategie di insegnamento delle lingue e di promozione dell’italiano in un contesto storicamente caratterizzato dalla diversità linguistica e culturale

Bilinguismo lo studio dell italiano nel mondo
Bilinguismo lo studio dell italiano nel mondo

a cura di Annarita Guidi

Quando parlo Schwyzerdütsch (varietà svizzera della lingua tedesca, ndr) mi sento come tutti i bambini della Svizzera; quando parlo Schriftdeutsch (tedesco standard, ndr) sono a scuola, quando parlo italiano (vedi, lo so bene!) al corso di lingua e cultura mi sento vicino ai miei nonni e penso alla Nazionale di calcio. Quando imparo francese a scuola (mi piace!), penso che vorrei vivere a Parigi e poi c’è l’inglese, quello è utile e so parlarlo e capirlo bene, ho letto anche dei piccoli libri.

(Corinna, 11 anni, Cantone di Basilea Città, alla domanda “Quante lingue parli?”)

Bilinguismo e, molto più spesso, plurilinguismo, sono fenomeni tanto naturali che, da almeno un decennio, molti studi di linguistica applicata partono dall’assunto che il plurilinguismo sia la norma, il monolinguismo l’eccezione. I dati mostrano, infatti, che la maggioranza della popolazione mondiale possiede competenze plurilingui e che i due terzi della popolazione infantile crescono in contesti plurilingui.

Realtà plurilingui sono ben presenti in Europa: basti pensare all’Alto Adige in cui si parlano italiano, tedesco e ladino, al Belgio in cui sono presenti francese, fiammingo e tedesco, e alla Spagna, dove sono riconosciute come lingue nazionali il castigliano, il basco e il catalano.

Ne abbiamo parlato con la professoressa Carmela Grassi, dal 2019 Dirigente Scolastica responsabile delle Circoscrizioni Consolari di Berna e Basilea. In precedenza è stata docente di ruolo in Italia, insegnante nei corsi di lingua e cultura in Germania e, come Dirigente Scolastica nella Provincia di Bolzano, ha avviato una progettazione plurilingue in continuità tra i diversi livelli scolastici.

Il contesto svizzero

Il plurilinguismo e la diversità culturale fanno parte dell’identità della Confederazione svizzera. Già nel XV secolo il nucleo della futura Confederazione era costituito da territori abitati da diversi gruppi linguistici. Ufficialmente le lingue nazionali sono quattro: italiano, tedesco, francese e romancio. Ma gran parte della popolazione (anche in relazione alla presenza di comunità con background migratorio) parla diverse lingue. Quattro Cantoni sono, a tutti gli effetti, plurilingui: Berna, Friburgo e Vallese (con tedesco e francese) e i Grigioni (con tedesco, romancio e italiano). Il gruppo più rappresentato è quello di lingua tedesca, seguito da francofoni, italofoni e parlanti romancio” spiega la professoressa Grassi. “L’incidenza sulla popolazione svizzera delle persone che parlano italiano e altre lingue è pari al 15%, come rilevato dal Forum Elveticum nel 2019”.

A fronte di una realtà così complessa e stimolante, qual è la strategia individuata per la didattica delle lingue nella scuola? “Nel 2004, la Conferenza svizzera dei Direttori Cantonali della Pubblica Educazione (CDPE) ha adottato una strategia nazionale per lo sviluppo dell’insegnamento delle lingue. I contenuti più importanti sono stati inclusi nell’Accordo Intercantonale sull’armonizzazione della scuola obbligatoria (concordato HarmoS). Questo Accordo prevede che due lingue straniere (una seconda lingua nazionale e l’inglese) vengano insegnate a livello primario (una dal terzo anno di scuola primaria, l’altra al più tardi dal quinto anno). La scelta della prima lingua straniera insegnata avviene su scala regionale. Inoltre, nella scuola dell’obbligo deve essere presente un’adeguata offerta per l’insegnamento facoltativo di una terza lingua nazionale”.

L’insegnamento dell’italiano in Svizzera

“Al di là del Canton Ticino e del Canton Grigioni (in cui l’italiano è una delle lingue principali), nelle scuole svizzere dei Cantoni tedescofoni e francofoni l’italiano è insegnato come materia facoltativa, o caratterizzante per alcuni percorsi scolastici, a partire dalla scuola secondaria. La domanda di italiano è relativamente stabile e tra gli italodiscendenti vi è un interesse crescente a recuperare le conoscenze delle precedenti generazioni” continua la professoressa Grassi. “Nelle scuole secondarie svizzere, escluso il Canton Ticino, sono circa 3.000 gli allievi che imparano l’italiano, come rilevato da Mercator nel 2018”.

Un contributo fondamentale per la promozione della lingua italiana in Svizzera viene poi dai corsi di lingua e cultura afferenti all’offerta formativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Nati per rispondere all’esigenza della comunità emigrata di mantenere un forte collegamento con l’Italia, i corsi rappresentano oggi un potente strumento per la diffusione della nostra lingua e cultura, costituiscono un’offerta di qualità in funzione dell’apprendimento linguistico precoce e un apporto significativo alla crescita armonica di un plurilinguismo tra la popolazione scolastica della Confederazione” sottolinea la professoressa Grassi. “Sono quasi 10.000 gli alunni che frequentano i corsi, dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia fino al compimento dell’obbligo scolastico e formativo. Inoltre, un numero sempre crescente di studenti della secondaria acquisisce una certificazione linguistica degli enti riconosciuti dall’Associazione Certificazione Lingua Italiana di Qualità (CLIQ)”.

Altra dimensione importante è quella dei progetti, che testimoniano la vitalità dell’offerta formativa: si tratta di iniziative legate ai programmi delle Rappresentanze per la promozione della lingua e della cultura italiana, e di attività a favore di un apprendimento organico e armonico dell’italiano accanto alle altre lingue parlate dagli alunni: “Ad esempio, i corsi di Bienne (Cantone di Berna) hanno ottenuto il Label nazionale eTwinning e alcune studentesse hanno ricevuto riconoscimenti dal Centro per il Libro e la Lettura. Inoltre gli Uffici Scuola promuovono innumerevoli iniziative per la promozione del plurilinguismo in Svizzera” conclude la professoressa Grassi. “A Ginevra è attiva una convenzione per due importanti progetti delle scuole locali (Projet Ecole ouverte aux langues/EOL e Projet Evaluation en langue d’origine/EVLO); a Zurigo da molti anni la collaborazione con il Cantone si realizza anche attraverso il progetto QUIMS-Qualità nelle scuole multiculturali; a Basilea e Berna i docenti ministeriali partecipano regolarmente ai progetti Apriti Sesamo per il sostegno all’educazione plurilingue e multiculturale nelle scuole primarie del Cantone e agli incontri del progetto Ponti linguistici e culturali per la scuola secondaria. Tutto questo tende al principale obiettivo della nostra offerta formativa, cioè promuovere la lingua e la cultura italiana, al contempo rafforzando il plurilinguismo della Confederazione”.

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