In Pakistan la scoperta di nuovi siti preistorici.
Nuovi ritrovamenti lungo il corso dei fiumi Mol e Khadeji (Sindh, Pakistan)
In Pakistan opera, con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la missione dell’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, diretta dal prof. Paolo Biagi, che studia siti archeologici nel Sindh e a Las Bela.
Per la rubrica Parliamo di Archeologia, il prof. Biagi ci aggiorna sulla ricerca in corso e sulle ultime scoperte avvenute nel 2021.
La zona delle ricerche
Le prospezioni archeologiche condotte nel dicembre del 2021 lungo i terrazzi dei Fiumi Mol e Khadeji, hanno portato al ritrovamento di una notevole quantità di reperti litici di superficie, attribuiti a diverse epoche della preistoria, dal Paleolitico superiore all’età del Rame, oltre che ad una tomba a tumulo con sepolture a cista litica, la cui attribuzione culturale e cronologica è attualmente incerta (Biagi et al., 2021).
I due corsi fluviali confluiscono poche centinaia di metri a sud dell’area dove la prospezione è stata condotta, dove danno vita al Fiume Malir, che scorre in direzione sudovest, per poi sfociare nel mangroveto che si estende subito ad est della città di Karachi. Questi corsi fluviali erano già stati oggetto di prospezioni geoarcheologiche durante la seconda metà degli anni Settanta da parte del Prof. A. Rauf Khan (Khan, 1979), la cui ricerca era stata estesa a tutta la costa settentrionale del Mare Arabico che circonda Karachi ed il suo territorio interno più immediato, che è profondamente inciso da fiumi a carattere stagionale. Va detto anche che, dagli anni Settanta in poi, tutta l’area in esame non è mai più stata oggetto di ricerche archeologiche, e quindi le nostre conoscenze sono erano rimaste quelle di quasi cinquant’anni fa.
Lo scopo della ricerca del dicembre 2021 è stato principalmente quello di rinvenire stazioni o gruppi di manufatti attribuibili al Paleolitico superiore o al Mesolitico, epoche di cui conosciamo poco in tutto il Subcontinente Indiano, ma di cui già avevamo interessanti testimonianze, proprio nella città di Karachi (Biagi, 2003-2004), e di raccogliere elementi organici per la loro datazione assoluta col il metodo del radiocarbonio.
I ritrovamenti
Le prospezioni sono state condotte da tre persone, che hanno seguito diversi percorsi a piedi lungo i terrazzi fluviali dei due corsi d’acqua grazie alla concessione fornita dal Direttore Generale delle Antichità e Archeologia del Governo del Sindh, patrocinate dal Ministero competente che ha inoltre fornito un’automobile per raggiungere le diverse aree di interesse della ricerca. Tutti i gruppi di ritrovamento sono stati cartografati con un GPS di precisione e le coordinate riportate sulla cartografia a disposizione.
Sia i terrazzi del Fiume Mol, sia quelli del Khadeji si sono rivelati ricchi di ritrovamenti di superficie e di concentrazioni di reperti litici. In particolare vanno segnalate: 1) la presenza di complessi del Paleolitico superiore, caratterizzati da punte a dorso curvo, 2) di clusters di manufatti in selce scheggiata con presenza di semilune microlitiche (figura 4) attribuibili all’inizio del Mesolitico, e 3) di concentrazioni di reperti della cultura calcolitica di Amri che documentano, ancora una volta, la presenza di questo aspetto nella regione più meridionale del Sindh.
Altre località
A parte il territorio inciso dai corsi fluviali sopracitati, sono state condotte prospezioni anche in altre aree poste alcuni chilometri più ad oriente, verso la città di Thatta. Sono stati visitati principalmente i terrazzi calcarei (Blanford, 1880) che si trovano a sud e a nord del paese di Gharo, l’importante villaggio fortificato della cultura di Amri, delle Tharro Hills, la vicina stazione di Beri e alcuni shell middens già noti nei pressi della città medievale di Kalan Kot, e le colline di Pir Patho, all’estremità più meridionale delle Makli Hills, dove non sono state rilevate tracce di insediamenti preistorici. In tutte le località succitate sono stati rilevati manufatti litici preistorici, principalmente attribuibili all’età del Rame e sono state raccolte conchiglie marine e di mangroveto per la loro datazione assoluta.
Discussione
I ritrovamenti effettuati nel 2021 contribuiscono a migliorare le nostre conoscenze della preistoria della regione più meridionale del Sindh. In particolare, a definire in modo più preciso le caratteristiche di alcuni aspetti di alcuni momenti del Paleolitico Superiore e del Mesolitico della zona. Inoltre, a contrassegnare l’estensione della distribuzione della cultura di Amri verso sud e a riconoscerne l’importanza nell’area costiera. Va inoltre segnalato che le nostre ricognizioni non hanno portato alla luce reperti o insediamenti attribuibili all’età del Bronzo, vale a dire della Civiltà della Valle dell’Indo, un dato particolarmente significativo su cui sarà importante investigare ulteriormente in futuro.
Le ricerche sono state condotte grazie al supporto finanziario del Ministero degli Affari Esteri (MAECI) e della Società degli Antiquari di Londra (UK). A queste hanno partecipato il Dr. Carlo Franco (Università Ca’ Foscari di Venezia) e il Sig. Faraz Ali, geologo del Governo del Sindh
Riferimenti bibliografici
Biagi, P., 2003-2004. The Mesolithic Settlement of Sindh (Pakistan): A Preliminary Assessment. Praehistoria 4-5, 195–220.
BIAGI, P., FRANCO, C. e STARNINI, E. 2021. Surveys along the Khadeji and Mol River course (Lower Sindh, Pakistan): Preliminary Results of the 2021 Season. Praehistoria 13 (in stampa).
Blanford, W. T., 1880. The Geology of Western Sind. Memoirs of the Geological Survey of India XVII, 1–210.
KHAN, A. R., 1979. Ancient Settlements in Karachi Region. In: Khan, A. R. (ed.) Studies in Geomorphology and Prehistory of Sindh. Pakistan Studies Centre, University of Sind, Jamshoro. Grassroots. Biannual Research Journal of Pakistan Studies Centre, Special Issue III (2), 1–24.