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Prospezioni archeologiche sull’Altipiano di Javakheti nel Caucaso Georgiano
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Prospezioni archeologiche sull’Altipiano di Javakheti nel Caucaso Georgiano

Categorie: Non categorizzato -Archeologia e Patrimonio

Nuove scoperte in Georgia.

Strutture in pietra di un villaggio localizzato a sud ovest del Monte Chikiani e non ancora mappato (fotografia di M. Ferrandi, 2021).

In Georgia opera, con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la missione dell’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, diretta dal prof. Paolo Biagi, che studia aree archeologiche nel territorio del Monte Chikiani, nel Caucaso Georgiano.

Per la rubrica Parliamo di Archeologia, il prof. Biagi ci aggiorna sulla ricerca in corso e sulle ultime scoperte avvenute nel 2021.

La zona delle ricerche

Durante l’agosto del 2021, una nuova campagna di prospezioni archeologiche è stata condotta sull’Altipiano di Javakheti, nel Caucaso Georgiano. Più precisamente, le ricerche si sono svolte in quel territorio che si estende a nordest del Monte Chikiani (m. 2417), lungo le pendici settentrionali del quale sono state scoperti, negli ultimi anni, numerosi gruppi di pozzi di estrazione dell’ossidiana, la cui cronologia è da molto probabilmente da ricondurre, nella massima parte dei casi, ad attività minerarie condotte durante l’età del Bronzo (Biagi et al., 2017). Altre informazioni relative alla manifattura di strumenti di ossidiana, tra cui spiccano punte di freccia e di lancia bifacciali, che forniscono anche alcune indicazioni di carattere cronologico, sono state scoperte pochi chilometri a nordest dello stesso vulcano, dove un’importante officina di scheggiatura dei manufatti è stata rinvenuta e mappata.

Nell’estate del 2021, le ricerche sono state estese a quella parte dell’altipiano che si allunga fra il Monte Chikiani, l’abitato di Trialeti e la sponda meridionale del bacino artificiale di Tsalka. Sappiamo, grazie ai ritrovamenti portati alla luce durante gli scavi eseguiti negli anni Quaranta, che tutto il territorio in esame è ricco di monumenti archeologici, di kurgans in particolare, molti dei quali sono stati pubblicati dopo le ricerche condotte nel periodo in cui venne deciso di sbarrare il bacino di Tsalka con una diga che sommerse per sempre molti insediamenti e monumenti funerari dell’età del Bronzo e di epoche posteriori (Kuftin, 1941).

Le prospezioni del 2021

Durante lo scorso anno, le ricerche sono state portate avanti in collaborazione con l’Università Statale I. Javakhishvili di Tbilisi, condirette dal professor V. Licheli. Queste hanno interessato un’area che si estende per circa 10 chilometri lineari a nordest del Monte Chikiani. Qui, le prospezioni eseguite negli anni precedenti, e l’osservazione accurata delle immagini satellitari, avevano rivelato la presenza di complessi villaggi con strutture in pietra di vario tipo, molto articolate, mai segnalate prima di allora. In seguito alla visualizzazione delle immagini, le prospezioni sono state condotte in modo da poter controllare sul terreno le caratteristiche di queste costruzioni, procedere al loro almeno parziale rilevamento, anche grazie all’impiego di un drone, e controllare la presenza di reperti scheggiati di ossidiana in tutta l’area oggetto di ricognizione.

Questo modo di condurre il lavoro, unitamente al rilevamento sul terreno da parte di quattro persone, si è rivelato utile. Infatti, questo procedimento ha portato alla scoperta non solo dei villaggi già identificati attraverso le immagini satellitari, ma anche di strutture isolate con murature in pietra e focolare al centro  strettamente connesse ad aree di estrazione di pietra scistosa, oltre che di altre officine di manifattura di strumenti di ossidiana, con manufatti scheggiati ed anche martelli in basalto/andesite, rinvenute a più di 8 km di distanza dalle fonti di approvvigionamento del Monte Chikiani. Va anche sottolineato che alcuni dei piccoli kurgans riconosciuti durante le prospezioni portate avanti sia sull’altipiano, sia nei pressi del villaggio di Trialeti, sono letteralmente ricoperti di schegge di ossidiana. Questo dato è particolarmente interessante, anche perché la cosa non era mai stata segnalata e pubblicata in precedenza, e pone delle domande molto importanti a cui cercare di rispondere riguardo all’impiego dell’ossidiana utilizzata anche per attività non funzionali di cui non sappiamo assolutamente nulla.

Si è potuto anche stabilire che, all’interno di tutti i villaggi sinora rilevati, si trovano oggetti di ossidiana scheggiata; inoltre che i villaggi stessi non sono probabilmente da ricondurre tutti al medesimo periodo di antropizzazione dell’altipiano, in base alle caratteristiche di visibilità e copertura vegetazionale delle strutture mappate.

Alcune considerazioni

Le informazioni raccolte durante le ricerche del 2021 ci dicono che i villaggi d’alta quota con strutture in pietra riconosciuti sull’Altipiano di Javakheti sono presenti anche sulle montagne della Georgia. Gli stessi non furono molto probabilmente abitati durante l’intero arco dell’anno, date le condizioni estreme dell’inverno a queste altitudini. Gli abitati sono molto probabilmente da attribuire a diversi momenti di sviluppo della Cultura Kura-Araxes la cui estensione, durante l’età del Bronzo, riguardava anche il Caucaso Georgiano (Biagi e Nisbet, 2023). Lo stesso tipo di villaggi era già stato segnalato nella vicina Armenia, dove le prospezioni archeologiche condotte ad alta quota sono state più intensive, e i risultati sono stati pubblicati in diversi lavori anche recentemente (Reinhold, 2019).

È indubbio che l’Altipiano di Javakheti nasconda ancora molte novità dal punto di vista archeologico e che la presenza di attività di estrazione mineraria, lo sfruttamento delle fonti di approvvigionamento dell’ossidiana e le abitazioni in pietra riunite in villaggi di vario tipo, rendano l’intera regione particolarmente importante per lo studio della protostoria del Caucaso.

Le ricerche del 2021 sono state condotte in collaborazione con il Prof. V. Licheli dell’Università Statale I. Javakhishvili di Tbilisi, grazie al finanziamento del Ministero degli Affari Esteri (MAECI) e dell’ISMEO (Roma). Alle stesse hanno partecipato il Dr. M. Ferrandi, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e due studenti dell’Università Statale di Tbilisi.

Riferimenti bibliografici

Biagi P., Nisbet R. e Gratuze B. 2017. Obsidian mines and their characterization: New aspects of the exploitation of the obsidian sources of Mt. Chikiani (Koyun Dağ) in the Lesser Caucasus of Georgia. The Quarry 12: 2-24.

Biagi P. e Nisbet R. 2023. Mining knappable stone resources during the Bronze Age: Some examples from the Caucasus (Georgia) and Sindh (Pakistan). Volume in Honour of V. Dergachev. Stratum Plus 2023 (2) (in stampa)

Kuftin B.A. 1941. Archaeological Excavations in Trialeti I. An Attempt to periodize the Archaeological Material. Accademia Georgiana delle Scienze, Tbilisi 1941 (in Georgiano e Russo).

Reinhold S. 2019. Transforming the Horizon – Early Mounds and Monumentalised Landscapes in the North Caucasus and Their Social Context. In: N. Lanieri, G. Palumbi e S. Müller Celka (a cura di) Constructing Kurgans. Burial Mounds and Funerary Customs in the Caucasus and Eastern Anatolia During the Bronze and Iron Age. SANEM 4: 21-40.

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