Fare in modo che gli scarti tornino a essere materie prime.
Porre il riciclo e il riuso alla base di un’economia circolare.
Ripensare la progettazione e la produzione in funzione non solo della sostenibilità ambientale, ma anche di una nuova socialità basata sulla condivisione, la responsabilità e il rispetto per le generazioni future.
Sono questi alcuni dei tratti connotativi di quella tendenza sempre più marcata nel nuovo design italiano che va sotto il nome di Ecodesign e che ha come obiettivo primario quello di contribuire alla costruzione di una nuova ecologia dell’artificiale.
La mostra “3CODESIGN_3R_Ridurre_Riciclare_Riutilizzare“, promossa nel mondo dal Ministero degli Affari Esteri e a cura di Silvana Annicchiarico, si propone di fornire una panoramica su come il design italiano si stia muovendo in questa direzione.
Nuovi oggetti che segnano, in funzione delle nuove esigenze di sostenibilità ambientale, una vera e propria inversione di tendenza rispetto ai modi di produzione e alle strategie di progettazione applicate nel corso del ’900. Un nuovo modello che si traduce nel rivedere tutte le fasi della progettazione e della produzione, pensando da subito a oggetti e prodotti che siano riparabili, ricondizionabili, riutilizzabili, condivisibili, riciclabili. Invece di finire in discarica il valore di un oggetto deve rimanere in circolo e rigenerarsi continuamente.
La mostra sarà allestita e visitabile in diversi sedi estere, a partire da maggio 2021.
Foto di copertina: Alessandra Baldereschi, Wild Flowers, Lampada, 2020. Autoproduzione